606
AGOSTINO BELTRANO (attr. a)
(Napoli, 1607 - 1656)
San Nicola di Bari
Olio su tela, cm 143X111
San Nicola di Bari
Olio su tela, cm 143X111
ESTIMATE € 3,000 - 5,000
Provenienza:
Italia, collezione privata
L'opera è stata dichiarata di straordinario interesse storico e artistico e sottoposta a regime di notifica con l'attribuzione a un pittore napoletano del XVII secolo.
Riferito dalla soprintendenza a un anonimo pittore napoletano seicentesco, il dipinto si può datare alla prima metà del Secolo e si potrebbe ricondurre al catalogo di Agostino Beltrano, autore da considerare tra gli artisti più rilevanti della sua generazione in virtù di una peculiare autonomia stilistica e inventiva. Infatti, la sua produzione pur riflettendo i dettami naturalistici in analogia con Aniello Falcone e Juan Do, riesce a modulare la propria arte guardando agli eleganti esempi di Stanzione, Pacecco de Rosa, Bernardo Cavallino, Filippo Vitale e Artemisia Gentileschi che, intrisi di suggestioni emiliane e capitoline offrirono al pittore l'opportunità di anticipare in non poche occasioni soluzioni estetiche che saranno impiegate da Mattia Preti e dal Beinaschi. Il dipinto in esame, quindi, ben si potrebbe collocare agli anni Quaranta e trova nella figura del Santo analogie con la più tarda pala raffigurante San Biagio tra San Raimondo di Penafort e Sant'Antonino arcivescovo di Firenze conservata alla Sanità e datata al 1653.
Bibliografia di riferimento:
L. Ambrosio, in Civiltà del Seicento a Napoli, catalogo della mostra a cura di R. Causa e N. Spinosa, Napoli 1984, I, pp. 117-118, pp. 193-196 N.
Spinosa , La pittura napoletana del Seicento, Napoli 1984, tavv. 27-45
L. Ambrosio, Un nuovo documento per Agostino Beltrano e un'altra opera firmata, in Scritti di Storia dell'arte in onore di Raffaello Causa, Napoli 1988, pp. 217-222
Italia, collezione privata
L'opera è stata dichiarata di straordinario interesse storico e artistico e sottoposta a regime di notifica con l'attribuzione a un pittore napoletano del XVII secolo.
Riferito dalla soprintendenza a un anonimo pittore napoletano seicentesco, il dipinto si può datare alla prima metà del Secolo e si potrebbe ricondurre al catalogo di Agostino Beltrano, autore da considerare tra gli artisti più rilevanti della sua generazione in virtù di una peculiare autonomia stilistica e inventiva. Infatti, la sua produzione pur riflettendo i dettami naturalistici in analogia con Aniello Falcone e Juan Do, riesce a modulare la propria arte guardando agli eleganti esempi di Stanzione, Pacecco de Rosa, Bernardo Cavallino, Filippo Vitale e Artemisia Gentileschi che, intrisi di suggestioni emiliane e capitoline offrirono al pittore l'opportunità di anticipare in non poche occasioni soluzioni estetiche che saranno impiegate da Mattia Preti e dal Beinaschi. Il dipinto in esame, quindi, ben si potrebbe collocare agli anni Quaranta e trova nella figura del Santo analogie con la più tarda pala raffigurante San Biagio tra San Raimondo di Penafort e Sant'Antonino arcivescovo di Firenze conservata alla Sanità e datata al 1653.
Bibliografia di riferimento:
L. Ambrosio, in Civiltà del Seicento a Napoli, catalogo della mostra a cura di R. Causa e N. Spinosa, Napoli 1984, I, pp. 117-118, pp. 193-196 N.
Spinosa , La pittura napoletana del Seicento, Napoli 1984, tavv. 27-45
L. Ambrosio, Un nuovo documento per Agostino Beltrano e un'altra opera firmata, in Scritti di Storia dell'arte in onore di Raffaello Causa, Napoli 1988, pp. 217-222
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