575
GIOVANNI MICHELE GRANERI
(Torino, 1708 - 1762)
FRANCESCO ANTONIANI
(Milano 1700/1710 - Torino 1775)
Paesaggio con viandanti
Olio su tela, cm 55X105
FRANCESCO ANTONIANI
(Milano 1700/1710 - Torino 1775)
Paesaggio con viandanti
Olio su tela, cm 55X105
ESTIMATE € 4,000 - 7,000
Provenienza:
Roma, collezione privata
Le tele qui presentate documentano la collaborazione tra il pittore Giovanni Michele Graneri, la cui mano si riconosce nei vivaci brani di figura, e Francesco Antoniani, al quale si deve l'esecuzione dei paesaggi, conseguendo una felice armonia stilistica e compositiva. Come sappiamo, sulla scia delle opere di Jan Miel (Beveren-Waas, 1599 ; Torino, 1663) e Pietro Domenico Olivero (Torino, 1679 ; 1755), Graneri fu il più celebre pittore di genere attivo a Torino e il suo stile presenta uno spiccato gusto narrativo, attento a delineare scenari di vita popolare con sincero naturalismo. Le sue prime opere note, databili alla fine del quarto decennio, presentano un artista conscio dei suoi mezzi espressivi, con un fare pittorico brioso e bozzettistico assai apprezzato dalla committenza. Ma se durante la giovinezza dimostra una similitudine con le invenzioni di Giuseppe Maria Crespi, Giacomo Ceruti e Giacomo Francesco Cipper, con la maturità consegue un delicato gusto rocaille, in modo particolare quando affronta soggetti di tenore arcadico in collaborazione con gli specialisti del paesaggio. È infatti ben percepibile come questi maestri siano partecipi di una estetica pittoresca di gusto europeo, celebrando una realtà arcadica prettamente sabauda, esente da citazioni classiche o mitologiche che contraddistinguono ad esempio gli esiti della pittura romana. Detto ciò, i dipinti sono altresì importanti per comprendere e apprezzare la qualità di Antoniani, la cui attività si svolse soprattutto per Casa Savoia e le sue opere si rintracciano nelle residenze di Stupinigi, Moncalieri e presso il Palazzo Reale in sintonia con Vittorio Amedeo Cignaroli, ma mostrando una maggiore versatilità inventiva. È quindi inevitabile dover prendere atto di questa committenza per giudicare i dipinti in esame che, come in questo caso, esibiscono una tecnica di notevole raffinatezza, caratterizzata da larghe campiture di colore condotte con vivacità di pennello e un peculiare gioco di luci e sfumature.
Si ringrazia Arabella Cifani per l'attribuzione.
Bibliografia di riferimento:
A. Verdoia Oberto, Vittorio Amedeo Cignaroli, Savona 1967, ad vocem
A. Cifani, F. Monetti, I Piaceri e Le Grazie. Collezionismo, pittura di genere e di paesaggio fra Sei e Settecento in Piemonte, Torino 1993, ad vocem
Cignaroli. La seduzione del Paesaggio, catalogo della mostra a cura di A. Cottino, Torino 2007, ad vocem
Roma, collezione privata
Le tele qui presentate documentano la collaborazione tra il pittore Giovanni Michele Graneri, la cui mano si riconosce nei vivaci brani di figura, e Francesco Antoniani, al quale si deve l'esecuzione dei paesaggi, conseguendo una felice armonia stilistica e compositiva. Come sappiamo, sulla scia delle opere di Jan Miel (Beveren-Waas, 1599 ; Torino, 1663) e Pietro Domenico Olivero (Torino, 1679 ; 1755), Graneri fu il più celebre pittore di genere attivo a Torino e il suo stile presenta uno spiccato gusto narrativo, attento a delineare scenari di vita popolare con sincero naturalismo. Le sue prime opere note, databili alla fine del quarto decennio, presentano un artista conscio dei suoi mezzi espressivi, con un fare pittorico brioso e bozzettistico assai apprezzato dalla committenza. Ma se durante la giovinezza dimostra una similitudine con le invenzioni di Giuseppe Maria Crespi, Giacomo Ceruti e Giacomo Francesco Cipper, con la maturità consegue un delicato gusto rocaille, in modo particolare quando affronta soggetti di tenore arcadico in collaborazione con gli specialisti del paesaggio. È infatti ben percepibile come questi maestri siano partecipi di una estetica pittoresca di gusto europeo, celebrando una realtà arcadica prettamente sabauda, esente da citazioni classiche o mitologiche che contraddistinguono ad esempio gli esiti della pittura romana. Detto ciò, i dipinti sono altresì importanti per comprendere e apprezzare la qualità di Antoniani, la cui attività si svolse soprattutto per Casa Savoia e le sue opere si rintracciano nelle residenze di Stupinigi, Moncalieri e presso il Palazzo Reale in sintonia con Vittorio Amedeo Cignaroli, ma mostrando una maggiore versatilità inventiva. È quindi inevitabile dover prendere atto di questa committenza per giudicare i dipinti in esame che, come in questo caso, esibiscono una tecnica di notevole raffinatezza, caratterizzata da larghe campiture di colore condotte con vivacità di pennello e un peculiare gioco di luci e sfumature.
Si ringrazia Arabella Cifani per l'attribuzione.
Bibliografia di riferimento:
A. Verdoia Oberto, Vittorio Amedeo Cignaroli, Savona 1967, ad vocem
A. Cifani, F. Monetti, I Piaceri e Le Grazie. Collezionismo, pittura di genere e di paesaggio fra Sei e Settecento in Piemonte, Torino 1993, ad vocem
Cignaroli. La seduzione del Paesaggio, catalogo della mostra a cura di A. Cottino, Torino 2007, ad vocem
LOTS