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PITTORE LOMBARDO DEL XVII SECOLO
Re Salomone incensa gli idoli
Olio su tela, cm 115,5X177
Olio su tela, cm 115,5X177
ESTIMATE € 5,000 - 8,000
Molteplici sono gli indizi che inducono ad attribuire il dipinto a Paolo Pagani (Castello Valsolda, 1655 ; Milano, 1716). Al maestro rimandano le teste degli astanti visibili sul fondo a sinistra, riconosciamo al suo lessico anche le gestualità e la posa delle mani, prima fra tutte quella della figura femminile che trattiene tra indice e pollice un gioiello. Non da meno è la mano destra di Salomone che spicca energica sul bianco intenso della manica al centro dell'immagine, e così anche il volto dello stesso, il cui naturalismo evoca i precedenti di Giovanni Battista Langetti e Antonio Zanchi, ma più addolciti e meno grevi. Sarà infatti, il soggiorno a Venezia a determinare lo stile e il gusto dell'artista e le sue prime opere databili all'inizio del nono decennio, come gli ovali di Palazzo Salvioni a Venezia, il Giove e Semele della Pinacoteca di Brno, la Maddalena penitente della Gemäldegalerie di Dresda, a cui si aggiungono le poche tele a destinazione pubblica come quelle ricordate dallo Zanetti (Zanetti, 1771, p. 529), dove ben si percepiscono le lezioni di Luca Giordano, Pietro Liberi e Giuseppe Diamantini. Tuttavia, il Pagani modulerà il tutto in maniera personalissima grazie a una sensibilità cromatica e luminosa d'ascendenza rubensiana filtrata da Johann Liss, a sua volta condizionata dal soggiorno mitteleuropeo dei primi anni Novanta. Possiamo dunque affermare che la felicità inventiva del pittore si possa racchiudere nel corso di questi anni e che nel nuovo secolo si ammanterà di toni soffusi e sentimentali, colori liquidi, trasparenti, espressioni forzatamente liete e carezzevoli indotte ad esempio dalle contaminazioni genovesi di Domenico Piola, Gregorio De Ferrari e Bartolomeo Guidobono (Frangi, 1998, p. 72), mentre si connotano per l'intonazione esaltata, visionaria e una convulsa teatralità le ultimissime prove, caratterizzate da cromie spente, contrastate in drammatici, ma oramai stanchi passaggi chiaroscurali. Così pensando, la tela qui presentata si collocherebbe allo scadere del secolo, per la nordica e moraviana regia di lume.
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