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MARCO RICCI
(Belluno, 1676 - Venezia, 1730)
Paesaggio
Tempera su carta, cm 33,5X48,5
Paesaggio
Tempera su carta, cm 33,5X48,5
ESTIMATE € 8,000 - 12,000
Provenienza:
Vienna, Dorotheum, 30 aprile 2019, lotto 411 (come Marco Ricci)
Riconosciuto al catalogo di Marco Ricci da Mauro Lucco, il dipinto è un raffinato esempio della produzione matura dell'artista, analogo per felicità espressiva alla Marina con molo e torre di collezione Genzano pubblicata da Egidio Martini (cfr. E. Martini, La Pittura del Settecento Veneto, Udine 1982, p. 36, tav. VIII, 91), in cui l'estetica di Ricci si arricchisce di un colore luminoso e trasparente, oramai distante da influenze barocche e dai modi del Magnasco, giungendo a esiti squisitamente settecenteschi. Questa evoluzione avviene in sintonia con la nuova interpretazione dell'arte veneziana d'inizio secolo e vede il pittore modellare paesaggi con colori limpidi, fusi nell'aria, inaugurando la nuova stagione del paesismo, che troverà specialmente nella produzione a tempera una formula di straordinario successo, influenzando quella che sarà la produzione di Francesco Guardi. Queste opere, generalmente collocate al secondo decennio, segnano altresì la straordinaria ricerca fenomenica dell'autore, teso a rappresentare gli effetti del mutare della luce in relazione alle ore del giorno. In analogia si può qua citare la tempera simile per qualità e misure esitata recentemente presso il Ponte di Milano (12 aprile 2022, lotto 104), in cui si percepisce la medesima sensibilità atmosferica e l'unità armonica tra il paesaggio e le figure.
Bibliografia di riferimento:
A. Scarpa Sonino, Marco Ricci, Milano 1991, pp. 232-235
D. Succi e A. Delneri, Marco Ricci e il Paesaggio Veneto del Settecento, Milano 1993, pp. 87-91, pp. 180-183
Vienna, Dorotheum, 30 aprile 2019, lotto 411 (come Marco Ricci)
Riconosciuto al catalogo di Marco Ricci da Mauro Lucco, il dipinto è un raffinato esempio della produzione matura dell'artista, analogo per felicità espressiva alla Marina con molo e torre di collezione Genzano pubblicata da Egidio Martini (cfr. E. Martini, La Pittura del Settecento Veneto, Udine 1982, p. 36, tav. VIII, 91), in cui l'estetica di Ricci si arricchisce di un colore luminoso e trasparente, oramai distante da influenze barocche e dai modi del Magnasco, giungendo a esiti squisitamente settecenteschi. Questa evoluzione avviene in sintonia con la nuova interpretazione dell'arte veneziana d'inizio secolo e vede il pittore modellare paesaggi con colori limpidi, fusi nell'aria, inaugurando la nuova stagione del paesismo, che troverà specialmente nella produzione a tempera una formula di straordinario successo, influenzando quella che sarà la produzione di Francesco Guardi. Queste opere, generalmente collocate al secondo decennio, segnano altresì la straordinaria ricerca fenomenica dell'autore, teso a rappresentare gli effetti del mutare della luce in relazione alle ore del giorno. In analogia si può qua citare la tempera simile per qualità e misure esitata recentemente presso il Ponte di Milano (12 aprile 2022, lotto 104), in cui si percepisce la medesima sensibilità atmosferica e l'unità armonica tra il paesaggio e le figure.
Bibliografia di riferimento:
A. Scarpa Sonino, Marco Ricci, Milano 1991, pp. 232-235
D. Succi e A. Delneri, Marco Ricci e il Paesaggio Veneto del Settecento, Milano 1993, pp. 87-91, pp. 180-183
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