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BARTOLOMEO GUIDOBONO
(Savona, 1654 - Torino, 1709)
L'Apparizione di San Giuseppe a una monaca
Olio su tela, cm 103X150
L'Apparizione di San Giuseppe a una monaca
Olio su tela, cm 103X150
ESTIMATE € 4,000 - 7,000
Bibliografia:
Quattrocento pitture inedite: prima mostra nazionale antiquaria, Venezia 1947, n. 145 (come Giuseppe Maria Crespi)
M. Newcome, Interiors by Guidobono, in Arte cristiana, XCVIII, 2010, 861, pp. 440-442, ill. (come Bartolomeo Guidobono)
M. Newcome, in Bartolomeo e Domenico Guidobono dalle collezioni private a Palazzo Lomellino, catalogo della mostra a cura di M. Newcome, Genova 2010, pp. 20-21, n. 9 (citato)
Provenienza:
Roma, Pellegrino Peri?
Roma, Orsini-Colonna (secondo gli stemmi Orsini e Colonna in basso a sinistra)
Roma, Christie's, 20-21 maggio 1974, lotto 35 (come Bartolomeo Guidobono)
Napoli, collezione privata
Allievo del padre, dedito alla decorazione di ceramiche e conducendo altresì studi ecclesiastici, Bartolomeo Guidobono esordì come frescante nella cappella della Crocetta presso il santuario di Nostra Signora della Misericordia a Savona, (Cfr. G. V. Castelnovi, Haffner e Piola nella cappella della Crocetta al santuario di Savona, in Arte a Savona nel Seicento. Atti del III Convegno storico savonese, Savona 1978, pp. 131-148). In quest'impresa, la cui realizzazione si data tra il 1679 e il 1680, il pittore tradisce la sua formazione di 'maiolicaro', ma anche le influenze di Domenico Piola e Gregorio de Ferrari, suggerendo un suo apprendistato con i celebri maestri. Tuttavia, per giungere agli esiti della maturità, furono importanti i soggiorni di studio in Emilia, in Veneto e in modo particolare a Parma, dove poté far proprie le levità pittoriche di Correggio, come ben si accorsero il Ratti e il Lanzi parlando di quegli artefici che discendevano da quella 'scuola' (Cfr. G. Spione, Bartolomeo Guidobono, Delicato pennello sul far del Ferrari e imitazione del Correggio, in Il Barocco a Genova. un misto di più maniere, Roma 2023, p. 129). Fu grazie a questa raffinata commistione di grazie parmensi e stilemi linguistici che il Guidobono conseguì una singolare modernità, a tratti preannunciante gli esiti del rococò francese di Fragonard e Boucher. Questo aspetto si può ben percepire anche nella tela in esame, il cui soggetto, pur non consentendo eccessive licenze estetiche o iconografiche, è modulato da una peculiare temperie barocca, con un tratto scenico che si potrebbe definire berniniano per la luministica, ma altresì quanto mai naturalistico nel descrivere i claustrali arredi. Rilevante è anche l'indicazione araldica che rimanda alle casate romane Orsini e Colonna, documentando in primo luogo che la committenza del pittore non si limitava alla Liguria e al Piemonte, suggerendo poi un legame con la Città Eterna e persino un suo breve soggiorno non registrato dalle fonti. Detto ciò, una plausibile soluzione può ricercarsi indagando la vivace operosità del mercante e impresario di artisti Pellegrino Peri che, genovese di nascita ma romano d'adozione, accolse nella sua bottega nei pressi di Piazza Navona diversi suoi connazionali, tra i quali Pietro Paolo Raggi, di cui è nota la sua attività torinese intorno alla metà del nono decennio (Cfr. L. Lorizzo, Pellegrino Peri. Il mercato dell'arte nella Roma barocca, Roma 2010).
Bibliografia di riferimento:
R. Soprani, C. G. Ratti, Vite de' pittori, scultori ed architetti genovesi, II, Genova 1797, pp. 139-145
M. Newcome Schleier, Bartolomeo e Domenico Guidobono, Torino 2002, ad vocem
Favole e magie. I Guidobono pittori del barocco, catalogo della mostra a cura di C. Arnaldi di Balme, G. Romano, M. Newcome, G. Spione, Milano 2012, ad vocem
Quattrocento pitture inedite: prima mostra nazionale antiquaria, Venezia 1947, n. 145 (come Giuseppe Maria Crespi)
M. Newcome, Interiors by Guidobono, in Arte cristiana, XCVIII, 2010, 861, pp. 440-442, ill. (come Bartolomeo Guidobono)
M. Newcome, in Bartolomeo e Domenico Guidobono dalle collezioni private a Palazzo Lomellino, catalogo della mostra a cura di M. Newcome, Genova 2010, pp. 20-21, n. 9 (citato)
Provenienza:
Roma, Pellegrino Peri?
Roma, Orsini-Colonna (secondo gli stemmi Orsini e Colonna in basso a sinistra)
Roma, Christie's, 20-21 maggio 1974, lotto 35 (come Bartolomeo Guidobono)
Napoli, collezione privata
Allievo del padre, dedito alla decorazione di ceramiche e conducendo altresì studi ecclesiastici, Bartolomeo Guidobono esordì come frescante nella cappella della Crocetta presso il santuario di Nostra Signora della Misericordia a Savona, (Cfr. G. V. Castelnovi, Haffner e Piola nella cappella della Crocetta al santuario di Savona, in Arte a Savona nel Seicento. Atti del III Convegno storico savonese, Savona 1978, pp. 131-148). In quest'impresa, la cui realizzazione si data tra il 1679 e il 1680, il pittore tradisce la sua formazione di 'maiolicaro', ma anche le influenze di Domenico Piola e Gregorio de Ferrari, suggerendo un suo apprendistato con i celebri maestri. Tuttavia, per giungere agli esiti della maturità, furono importanti i soggiorni di studio in Emilia, in Veneto e in modo particolare a Parma, dove poté far proprie le levità pittoriche di Correggio, come ben si accorsero il Ratti e il Lanzi parlando di quegli artefici che discendevano da quella 'scuola' (Cfr. G. Spione, Bartolomeo Guidobono, Delicato pennello sul far del Ferrari e imitazione del Correggio, in Il Barocco a Genova. un misto di più maniere, Roma 2023, p. 129). Fu grazie a questa raffinata commistione di grazie parmensi e stilemi linguistici che il Guidobono conseguì una singolare modernità, a tratti preannunciante gli esiti del rococò francese di Fragonard e Boucher. Questo aspetto si può ben percepire anche nella tela in esame, il cui soggetto, pur non consentendo eccessive licenze estetiche o iconografiche, è modulato da una peculiare temperie barocca, con un tratto scenico che si potrebbe definire berniniano per la luministica, ma altresì quanto mai naturalistico nel descrivere i claustrali arredi. Rilevante è anche l'indicazione araldica che rimanda alle casate romane Orsini e Colonna, documentando in primo luogo che la committenza del pittore non si limitava alla Liguria e al Piemonte, suggerendo poi un legame con la Città Eterna e persino un suo breve soggiorno non registrato dalle fonti. Detto ciò, una plausibile soluzione può ricercarsi indagando la vivace operosità del mercante e impresario di artisti Pellegrino Peri che, genovese di nascita ma romano d'adozione, accolse nella sua bottega nei pressi di Piazza Navona diversi suoi connazionali, tra i quali Pietro Paolo Raggi, di cui è nota la sua attività torinese intorno alla metà del nono decennio (Cfr. L. Lorizzo, Pellegrino Peri. Il mercato dell'arte nella Roma barocca, Roma 2010).
Bibliografia di riferimento:
R. Soprani, C. G. Ratti, Vite de' pittori, scultori ed architetti genovesi, II, Genova 1797, pp. 139-145
M. Newcome Schleier, Bartolomeo e Domenico Guidobono, Torino 2002, ad vocem
Favole e magie. I Guidobono pittori del barocco, catalogo della mostra a cura di C. Arnaldi di Balme, G. Romano, M. Newcome, G. Spione, Milano 2012, ad vocem
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