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MASSIMO STANZIONE (attr. a)
(Frattamaggiore o Orta di Atella, 1585 circa - Napoli, 1656 circa)
Giochi di putti
Olio su tela, cm 66X83
Giochi di putti
Olio su tela, cm 66X83
ESTIMATE € 500 - 800
Provenienza:
Napoli, collezione privata
Il dipinto si data presumibilmente alla fine del quarto decennio, quando la tecnica pittorica di Massimo Stanzione modula gli effetti chiaroscurali di memoria caravaggesca grazie agli esempi del classicismo bolognese, in modo particolare attraverso un'adesione ai modelli di Guido Reni. Il misurarsi con la scuola emiliana e romana da parte dell'artista fu dettato dall'arrivo a Napoli di Artemisia Gentileschi, di Domenico Zampieri e Giovanni Lanfranco, mentre più complessa è la relazione con Guido, che con la città ebbe rapporti difficili anche se prolungati ma atti a esercitare una profonda influenza. Le opere dell'artista, infatti, segnarono l'iter artistico di Stanzione determinandone altresì la notevole fortuna critica, attestata dai titoli di cavaliere dello Speron d'oro e dell'Ordine di Cristo, ricevuti nel 1621 e nel 1627 da Gregorio XV e Urbano VIII, che gli consentirono di firmarsi MS EQUES o EQ MAX. Non sorprende allora che Stanzione fu da sempre considerato il dominatore incontrastato della scena artistica, l'ideatore di una pittura sacra contraddistinta da un lessico in contrasto con l'esasperata drammaticità del riberismo. Tuttavia, le notizie inerenti al pittore sono imprecise e talvolta contraddittorie, viziate dalla poco attendibile biografia scritta da Bernardo De Dominici. Possiamo infatti supporre che l'evoluzione stilistica di Stanzione avvenga già nel 1606/1607, quando trasferitosi a Roma seguì gli insegnamenti di Battistello Caracciolo (1578-1635) e fu indubbiamente suggerito da Simon Vouet, Gerard von Honthorst (1590-1656), ma fu in questi anni che prese inizio un costante confronto con le creazioni reniane e la sua arte si protese a ricercare una confacente mediazione con il classicismo, pur non smarrendo la propria indole naturalistica. Si spiega così la consacrazione critica del pittore nel corso del XX secolo a partire dalla mostra fiorentina del 1922 e la presenza di sue opere in tutte le esposizioni dedicate al secolo d'oro dell'arte napoletana degli anni Ottanta, sino a giungere al 1994 quando gli fu dedicato un catalogo ragionato da parte di Sebastian Schultze. Tornando al nostro dipinto, non è difficile cogliere le analogie con i putti dipinti dall'illustre collega emiliano, ricordando ad esempio la lotta di Amoretti e Baccarini della Galleria Pamphilj di Roma.
Bibliografia di riferimento:
W. Prohaska, Guido Reni e la pittura napoletana, in Guido Reni e l'Europa. Fama e Fortuna, catalogo della mostra, a cura di S. Ebert Schifferer, A. Emiliani, E. Schleier¸ Bologna 1988, pp. 644-651
S. Schütze, TC Willette, Massimo Stanzione, L'opera completa, Napoli 1992, p. 205, n. A36, fig. 161
P. L. De Castris, in Ritorno al Barocco. Da Caravaggio a Vanvitelli, catalogo della mostra a cura di N. Spinosa, Napoli 2009, pp. 130-145
A. Zezza, Appunti su Guido Reni e i napoletani, in Napoli e l'Emilia, studi sulle relazioni artistiche. a cura di A. Zezza, Napoli 2010, pp. 87-104
Napoli, collezione privata
Il dipinto si data presumibilmente alla fine del quarto decennio, quando la tecnica pittorica di Massimo Stanzione modula gli effetti chiaroscurali di memoria caravaggesca grazie agli esempi del classicismo bolognese, in modo particolare attraverso un'adesione ai modelli di Guido Reni. Il misurarsi con la scuola emiliana e romana da parte dell'artista fu dettato dall'arrivo a Napoli di Artemisia Gentileschi, di Domenico Zampieri e Giovanni Lanfranco, mentre più complessa è la relazione con Guido, che con la città ebbe rapporti difficili anche se prolungati ma atti a esercitare una profonda influenza. Le opere dell'artista, infatti, segnarono l'iter artistico di Stanzione determinandone altresì la notevole fortuna critica, attestata dai titoli di cavaliere dello Speron d'oro e dell'Ordine di Cristo, ricevuti nel 1621 e nel 1627 da Gregorio XV e Urbano VIII, che gli consentirono di firmarsi MS EQUES o EQ MAX. Non sorprende allora che Stanzione fu da sempre considerato il dominatore incontrastato della scena artistica, l'ideatore di una pittura sacra contraddistinta da un lessico in contrasto con l'esasperata drammaticità del riberismo. Tuttavia, le notizie inerenti al pittore sono imprecise e talvolta contraddittorie, viziate dalla poco attendibile biografia scritta da Bernardo De Dominici. Possiamo infatti supporre che l'evoluzione stilistica di Stanzione avvenga già nel 1606/1607, quando trasferitosi a Roma seguì gli insegnamenti di Battistello Caracciolo (1578-1635) e fu indubbiamente suggerito da Simon Vouet, Gerard von Honthorst (1590-1656), ma fu in questi anni che prese inizio un costante confronto con le creazioni reniane e la sua arte si protese a ricercare una confacente mediazione con il classicismo, pur non smarrendo la propria indole naturalistica. Si spiega così la consacrazione critica del pittore nel corso del XX secolo a partire dalla mostra fiorentina del 1922 e la presenza di sue opere in tutte le esposizioni dedicate al secolo d'oro dell'arte napoletana degli anni Ottanta, sino a giungere al 1994 quando gli fu dedicato un catalogo ragionato da parte di Sebastian Schultze. Tornando al nostro dipinto, non è difficile cogliere le analogie con i putti dipinti dall'illustre collega emiliano, ricordando ad esempio la lotta di Amoretti e Baccarini della Galleria Pamphilj di Roma.
Bibliografia di riferimento:
W. Prohaska, Guido Reni e la pittura napoletana, in Guido Reni e l'Europa. Fama e Fortuna, catalogo della mostra, a cura di S. Ebert Schifferer, A. Emiliani, E. Schleier¸ Bologna 1988, pp. 644-651
S. Schütze, TC Willette, Massimo Stanzione, L'opera completa, Napoli 1992, p. 205, n. A36, fig. 161
P. L. De Castris, in Ritorno al Barocco. Da Caravaggio a Vanvitelli, catalogo della mostra a cura di N. Spinosa, Napoli 2009, pp. 130-145
A. Zezza, Appunti su Guido Reni e i napoletani, in Napoli e l'Emilia, studi sulle relazioni artistiche. a cura di A. Zezza, Napoli 2010, pp. 87-104
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