528
PAOLO GEROLAMO PIOLA (attr. a)
(Genova, 1666 - 1724)
San Gerolamo
Olio su tela, cm 29X39
San Gerolamo
Olio su tela, cm 29X39
ESTIMATE € 2,000 - 3,000
Provenienza:
Collezione privata
Paolo Gerolamo Piola si formò con il padre Domenico e in virtù del proprio talento nel 1703 ne ereditò la bottega, ma già nell'agosto del 1681 risale un pagamento a favore di Domenico 'per aver fatto fare da suo figlio due quadri della Santissima Concettione da esso ritoccati' (Cabella 2002, p. 131). Nel 1690 il pittore è documentato a Roma nell'atelier di Carlo Maratti, scelta quanto mai significativa e atta ad aggiornare il proprio linguaggio in chiave classicista, ma nel corso del nono decennio lo sappiamo attivo in piena autonomia. Di sua mano sono infatti gli Evangelisti realizzati a fresco nei peducci della cupola di San Pietro in Banchi a Genova e, tra il 1688 e il 1689, l'artista licenzia la pala raffigurante la Madonna con Gesù Bambino e santi custodita nella chiesa di Nostra Signora delle Grazie al Molo. Collocabile invece alla prima maturità è il modelletto in esame, la cui bellezza, avvalorata da una conservazione ottimale, documenta altresì le eccezionali doti grafiche del pittore e la sua abilità nel realizzare monocromi, pratica quanto mai rilevante per l'esecuzione di affreschi e apparati scenici. Possiamo altresì cogliere come l'eleganza settecentesca non neghi a Paolo Gerolamo di esprimere una vivace verve naturalistica nel descrivere la figura dell'emaciato anacoreta. L'esito complessivo è quindi di sorprendente qualità e certamente preparatorio per un'opera di maggiori dimensioni, forse riconoscibile in quel San Girolamo nel deserto già nella collezione romana di Niccolò Maria Pallavicini (Cfr. Cabella 2002, p. 147, n. 19).
Si ringrazia Camillo Manzitti per l'attribuzione.
Giacomo Montanari che ha ricondotto l'autografia del dipinto al catalogo di Giovanni Andrea Carlone
Bibliografia di riferimento:
A. Toncini Cabella, Paolo Gerolamo Piola e la sua grande Casa genovese, Genova 2002, ad vocem
Collezione privata
Paolo Gerolamo Piola si formò con il padre Domenico e in virtù del proprio talento nel 1703 ne ereditò la bottega, ma già nell'agosto del 1681 risale un pagamento a favore di Domenico 'per aver fatto fare da suo figlio due quadri della Santissima Concettione da esso ritoccati' (Cabella 2002, p. 131). Nel 1690 il pittore è documentato a Roma nell'atelier di Carlo Maratti, scelta quanto mai significativa e atta ad aggiornare il proprio linguaggio in chiave classicista, ma nel corso del nono decennio lo sappiamo attivo in piena autonomia. Di sua mano sono infatti gli Evangelisti realizzati a fresco nei peducci della cupola di San Pietro in Banchi a Genova e, tra il 1688 e il 1689, l'artista licenzia la pala raffigurante la Madonna con Gesù Bambino e santi custodita nella chiesa di Nostra Signora delle Grazie al Molo. Collocabile invece alla prima maturità è il modelletto in esame, la cui bellezza, avvalorata da una conservazione ottimale, documenta altresì le eccezionali doti grafiche del pittore e la sua abilità nel realizzare monocromi, pratica quanto mai rilevante per l'esecuzione di affreschi e apparati scenici. Possiamo altresì cogliere come l'eleganza settecentesca non neghi a Paolo Gerolamo di esprimere una vivace verve naturalistica nel descrivere la figura dell'emaciato anacoreta. L'esito complessivo è quindi di sorprendente qualità e certamente preparatorio per un'opera di maggiori dimensioni, forse riconoscibile in quel San Girolamo nel deserto già nella collezione romana di Niccolò Maria Pallavicini (Cfr. Cabella 2002, p. 147, n. 19).
Si ringrazia Camillo Manzitti per l'attribuzione.
Giacomo Montanari che ha ricondotto l'autografia del dipinto al catalogo di Giovanni Andrea Carlone
Bibliografia di riferimento:
A. Toncini Cabella, Paolo Gerolamo Piola e la sua grande Casa genovese, Genova 2002, ad vocem
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