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SEBASTIANO CECCARINI
(Fano, 1703 - 1783)
Madonna con il Bambino, Santa Caterina da Siena e Sant'Antonio da Padova
Olio su tela, cm 257X157
Madonna con il Bambino, Santa Caterina da Siena e Sant'Antonio da Padova
Olio su tela, cm 257X157
ESTIMATE € 3,000 - 5,000
Bibliografia:
E. Negro, in I sensi e le virtù. Ricerche sulla pittura del 700 a Pesaro e provincia, catalogo della mostra a cura di C. Giardini, E. Negro, N. Roio, Modena 2000, n. 45
Allievo del conterraneo Francesco Mancini (Sant'Angelo in Vado, 1679 circa ; Roma, 1758), l'artista si trasferì a Roma nel 1724, dove soggiornò sino al 1729, ma negli anni a seguire furono innumerevoli i viaggi verso la Città Eterna, dove risiedevano molti suoi estimatori, tra cui lo stesso pontefice Clemente XII. È comunque indubbio che Ceccarini fu il maggiore e più fecondo pittore marchigiano del XVIII secolo e dal 1738 fino al 1754 svolse una straordinaria carriera romana. Il suo stile eclettico è caratterizzato da atteggiamenti di dolce e garbato realismo, senza rinunciare soprattutto nei ritratti al fasto ornamentale, che gli consentì d'esercitare in patria una sorta di monopolio artistico. Celebre per i sontuosi ritratti e le nature morte, altrettanto notevole fu la produzione di pale d'altare, caratterizzate da un delicato accento rococò senza tralasciare gli esempi di Carlo Maratti e degli autori emiliani d'età seicentesca. Tornando alla tela in esame, ben si colloca alla metà del secolo, in analogia con la Madonna con il Bambino che affida il Bimbo a San Gaetano di Thiene alla presenza di Santa Liberata, Antonio da Padova e una donatrice con il figlio conservata nella Chiesa di Sant'Antonio Abate a Fano. Un altro interessante confronto si ha guardando il dipinto raffigurante i Santi Urbano ed Eufemia che appaiono alle Clarisse del Museo di Roma.
E. Negro, in I sensi e le virtù. Ricerche sulla pittura del 700 a Pesaro e provincia, catalogo della mostra a cura di C. Giardini, E. Negro, N. Roio, Modena 2000, n. 45
Allievo del conterraneo Francesco Mancini (Sant'Angelo in Vado, 1679 circa ; Roma, 1758), l'artista si trasferì a Roma nel 1724, dove soggiornò sino al 1729, ma negli anni a seguire furono innumerevoli i viaggi verso la Città Eterna, dove risiedevano molti suoi estimatori, tra cui lo stesso pontefice Clemente XII. È comunque indubbio che Ceccarini fu il maggiore e più fecondo pittore marchigiano del XVIII secolo e dal 1738 fino al 1754 svolse una straordinaria carriera romana. Il suo stile eclettico è caratterizzato da atteggiamenti di dolce e garbato realismo, senza rinunciare soprattutto nei ritratti al fasto ornamentale, che gli consentì d'esercitare in patria una sorta di monopolio artistico. Celebre per i sontuosi ritratti e le nature morte, altrettanto notevole fu la produzione di pale d'altare, caratterizzate da un delicato accento rococò senza tralasciare gli esempi di Carlo Maratti e degli autori emiliani d'età seicentesca. Tornando alla tela in esame, ben si colloca alla metà del secolo, in analogia con la Madonna con il Bambino che affida il Bimbo a San Gaetano di Thiene alla presenza di Santa Liberata, Antonio da Padova e una donatrice con il figlio conservata nella Chiesa di Sant'Antonio Abate a Fano. Un altro interessante confronto si ha guardando il dipinto raffigurante i Santi Urbano ed Eufemia che appaiono alle Clarisse del Museo di Roma.
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