543
DOMENICO MORELLI
Napoli, 1826 ; 1901
Cesare Borgia a Capua
Firmato Morelli e datato 1853 in basso a sinistra
Olio su tela, cm 131,5X182,5
Cesare Borgia a Capua
Firmato Morelli e datato 1853 in basso a sinistra
Olio su tela, cm 131,5X182,5
ESTIMATE € 40.000 - 60.000
Provenienza:
Palermo, collezione privata
Esposizioni:
Mostra di Belle Arti, Palazzo Senatorio, Palermo 1856
Domenico Morelli e il suo tempo. 1823 1901 dal romanticismo al simbolismo, Napoli, Castel Sant'Elmo, 29 ottobre 2005 ; 29 gennaio 2006, n. 27
Bibliografia:
Anonimo (F. Quercia?), Rimembranze di un viaggio artistico in napoli, in L'Italia Musicale, 25 gennaio 1854, n. 7
Catalogo della mostra, Catalogo degli oggetti di Belle Arti esposti nel Palazzo Senatorio di Palermo il di` 30 mag-gio 1856, Palermo 1856, n. 30
G. Somma, Esposizione di Belle Arti, in II Vapore, 13 giugno 1856, p. 380
P. Villari, Domenico Morelli, Commemorazione fatta a Napoli il 19 gennaio 1902, in nuova Antologia di Scienze Lettere ed Arti, 1 aprile 1902, s. IV, vol. XVVIII (CLXXXII), pp. 396-397
Catalogo della mostra, LXXIII Esposizione Internazionale di Belle Arti della Società Amatori e Cultori di Belle Arti, Mostra della Società degli Acquerellisti, Roma 1903, p. 62, n. 6
S. Di Giacomo, Domenico Morelli pittore, Roma-Torino 1905, pp. 40-46
P. Levi (L'Italico), Domenico Morelli nella vita e nell'arte, Roma-Torino 1906, pp. 51-54
D. Morelli-E. Dalbono, La scuola napoletana di pittura nel secolo XIX, a cura di B. Croce, Bari 1915, pp. 85-86
Catalogo della mostra, Prima Biennale Romana: Esposizione Nazionale di Belle Arti nel cinquantenario della Capitale, Roma 1921, p. 88, n. 4
V. Spinazzola, Domenico Morelli, Milano-Roma [1925], pp. 19, 29-30
D. Casella, Pittori dell'800 nella raccolta Casella, Napoli 1939, pp. 50-51, n. 213, tav. LII
Disegni e autografi di Domenico Morelli e della sua epoca, catalogo d'asta, Christie's, Roma 10 giugno 1975, p. 24, n. 44, tav. III
Bietoletti, in Domenico Morelli e le scuole pittoriche italiane, in ON. OttoNovecento, n. 3/98, numero monografico, pp. 54-55
Tedeschi, in Domenico Morelli e le scuole pittoriche italiane, in ON. OttoNovecento, n. 3/98, numero monografico, p. 11
Secci, in Domenico Morelli. Il pensiero disegnato. Opera su carta dal Fondo dell'Artista presso la GAM di Torino, a cura di C. Poppi, Torino 2001, p. 227, schede 11-12
D. Morelli, Lettere a Pasquale Villari, I (1849-1859), a cura e con introduzione di A. Villari, Napoli 2002, pp. LVII nota 105, LXX nota 150, XC, XCII, 5, 18, 76, 96, 113, 114, 141, 148, 152, 157, 168, 173-174, 191, 195, 264, tavv. 1.12
D. Morelli, Lettere a Pasquale Villari, II (1860-1899) a cura e con introduzione di A. Villari, Napoli 2004, pp. 228-230
Domenico Morelli e il suo tempo, 1823 1901 dal romanticismo al simbolismo, catalogo della mostra a cura di L. Martorelli, Napoli 2005, pp. 76-77, n. 27
Considerato uno dei più illustri pittori napoletani, Morelli frequenta dal 1836 l'Accademia di Belle Arti di Napoli, dedicandosi allo studio della pittura seicentesca napoletana e dei modelli classici, sotto la guida del Guerra, dell'Angelini e del Mancinelli. I risultati saranno ben evidenti nelle prime realizzazioni, dove emerge una resa più realistica che storica, così come quel colorismo intenso che caratterizza la sua pittura. Nel 1855 partecipa all'Esposizione Universale di Parigi insieme a Francesco Saverio Altamura e Serafino De Tivoli e di ritorno a Firenze prenderà parte agli incontri dei macchiaioli al Caffè Michelangiolo. Entrerà poi in contatto anche con i fratelli Filippo e Giuseppe Palizzi, dai quali impara ad apprezzare la bellezza della pittura dal vero, poi determinanti nella graduale evoluzione della sua pittura e nella definizione di uno stile più personale e più libero, che unisce armoniosamente il verismo e il tardo-romanticismo. L'importante opera qui illustrata, datata 1853 e da sempre conservata nella sua collezione d'origine, raffigura l'episodio di Capua saccheggiata dai Francesi, soggetto tratto dal libro V, paragrafo V della Storia d'Italia di Francesco Guicciardini (Guicciardini 1535 ; 1561, ed. 1988, I, p. 511), episodio narrato tuttavia anche da Massimo d'Azeglio nell'ettore Fieramosca o La disfida di Barletta del 1833. Le diverse testimonianze scritte dallo stesso Morelli ci consentono di ripercorrere la nascita e l'elaborata creazione del dipinto (Levi 1906, pp. 51-54). All'amata moglie Virginia scrive “ho dipinto finalmente, ho cominciato a colorire la tela; la tavolozza rapisce in certi momenti, ha un gran potere nelle mani di un artista vero. per Dio! ho dipinto tutto il fondo del quadro con un impeto tale, che questa sera poi sono rimasto come istupidito. ho detto il fondo, cioè tutto il lontano di torri merlate, mura vetuste, spiragli. Quei merli a me parlano tanto, che, anche dipinti malamente, io li guarderei sempre. nel guardare quelle mura, io v'imagino tante cose, e vedo al di là di quelle il resto del dramma sanguinoso, e più orribile di quello che farò apparire sul davanti della scena" (Levi 1906, pp. 51-52). Raccontando, dunque, dai primi studi dove cercava di capire come poter mettere insieme i gruppi di figure all'attentissima e scrupolosa ricerca di verità storica, fino alle modifiche finali e l'ultimazione dell'opera. per realizzare le sue opere Morelli partiva, infatti, da un'analitica e vastissima preparazione, attraverso decine di disegni con i quali approfondiva con cura ogni personaggio e ogni particolare poi realizzato nelle tele finali. si vedano, ad esempio, i disegni preparatori oggi conservati alla Galleria nazionale d’Arte Moderna di Roma (Fondo Morelli, cartella A, cfr. Levi 1906, p. 346), all’Istituto nazionale per la Grafica (18 disegni inediti, vol. 2901) e alla Galleria d’Arte Moderna di Torino (Torino 2001, nn. 11-12. p. 227), o il piccolo bozzetto già nella collezione del cavaliere Odoardo Casella a Napoli (Casella 1939, pp. 50-51, n. 213, tav. LII) esposto alla Mostra della Società Amatori e Cultori del 1903 (Roma 1903, p. 62, n. 6) e alla prima Biennale Romana del 1921 (Roma 1921, p. 88, n. 47). Come già evidenziato dalla critica, il Cesare Borgia sarà una delle realizzazioni più francesizzanti di Morelli, saranno infatti per lui d’ispirazione Delaroche e in particolar modo Une scène de l’Inquisition di Robert-Fleury (Villari 1902, p. 396). Tuttavia, nessuno come lui sarà in grado di immedesimarsi nelle fonti letterarie da cui trae spunto, restituendone un’eccellente corrispondenza pittorica. L’opera otterrà subito un gran successo tanto che sarà esposta alla Mostra di Belle Arti nel Palazzo Senatorio di Palermo nel 1856, con il titolo cesare Borgia, dopo l’assedio di Capua, fa trarre le donne che si erano rifugiate in un sotterraneo del castello (Palermo, 1856, n. 30).
Palermo, collezione privata
Esposizioni:
Mostra di Belle Arti, Palazzo Senatorio, Palermo 1856
Domenico Morelli e il suo tempo. 1823 1901 dal romanticismo al simbolismo, Napoli, Castel Sant'Elmo, 29 ottobre 2005 ; 29 gennaio 2006, n. 27
Bibliografia:
Anonimo (F. Quercia?), Rimembranze di un viaggio artistico in napoli, in L'Italia Musicale, 25 gennaio 1854, n. 7
Catalogo della mostra, Catalogo degli oggetti di Belle Arti esposti nel Palazzo Senatorio di Palermo il di` 30 mag-gio 1856, Palermo 1856, n. 30
G. Somma, Esposizione di Belle Arti, in II Vapore, 13 giugno 1856, p. 380
P. Villari, Domenico Morelli, Commemorazione fatta a Napoli il 19 gennaio 1902, in nuova Antologia di Scienze Lettere ed Arti, 1 aprile 1902, s. IV, vol. XVVIII (CLXXXII), pp. 396-397
Catalogo della mostra, LXXIII Esposizione Internazionale di Belle Arti della Società Amatori e Cultori di Belle Arti, Mostra della Società degli Acquerellisti, Roma 1903, p. 62, n. 6
S. Di Giacomo, Domenico Morelli pittore, Roma-Torino 1905, pp. 40-46
P. Levi (L'Italico), Domenico Morelli nella vita e nell'arte, Roma-Torino 1906, pp. 51-54
D. Morelli-E. Dalbono, La scuola napoletana di pittura nel secolo XIX, a cura di B. Croce, Bari 1915, pp. 85-86
Catalogo della mostra, Prima Biennale Romana: Esposizione Nazionale di Belle Arti nel cinquantenario della Capitale, Roma 1921, p. 88, n. 4
V. Spinazzola, Domenico Morelli, Milano-Roma [1925], pp. 19, 29-30
D. Casella, Pittori dell'800 nella raccolta Casella, Napoli 1939, pp. 50-51, n. 213, tav. LII
Disegni e autografi di Domenico Morelli e della sua epoca, catalogo d'asta, Christie's, Roma 10 giugno 1975, p. 24, n. 44, tav. III
Bietoletti, in Domenico Morelli e le scuole pittoriche italiane, in ON. OttoNovecento, n. 3/98, numero monografico, pp. 54-55
Tedeschi, in Domenico Morelli e le scuole pittoriche italiane, in ON. OttoNovecento, n. 3/98, numero monografico, p. 11
Secci, in Domenico Morelli. Il pensiero disegnato. Opera su carta dal Fondo dell'Artista presso la GAM di Torino, a cura di C. Poppi, Torino 2001, p. 227, schede 11-12
D. Morelli, Lettere a Pasquale Villari, I (1849-1859), a cura e con introduzione di A. Villari, Napoli 2002, pp. LVII nota 105, LXX nota 150, XC, XCII, 5, 18, 76, 96, 113, 114, 141, 148, 152, 157, 168, 173-174, 191, 195, 264, tavv. 1.12
D. Morelli, Lettere a Pasquale Villari, II (1860-1899) a cura e con introduzione di A. Villari, Napoli 2004, pp. 228-230
Domenico Morelli e il suo tempo, 1823 1901 dal romanticismo al simbolismo, catalogo della mostra a cura di L. Martorelli, Napoli 2005, pp. 76-77, n. 27
Considerato uno dei più illustri pittori napoletani, Morelli frequenta dal 1836 l'Accademia di Belle Arti di Napoli, dedicandosi allo studio della pittura seicentesca napoletana e dei modelli classici, sotto la guida del Guerra, dell'Angelini e del Mancinelli. I risultati saranno ben evidenti nelle prime realizzazioni, dove emerge una resa più realistica che storica, così come quel colorismo intenso che caratterizza la sua pittura. Nel 1855 partecipa all'Esposizione Universale di Parigi insieme a Francesco Saverio Altamura e Serafino De Tivoli e di ritorno a Firenze prenderà parte agli incontri dei macchiaioli al Caffè Michelangiolo. Entrerà poi in contatto anche con i fratelli Filippo e Giuseppe Palizzi, dai quali impara ad apprezzare la bellezza della pittura dal vero, poi determinanti nella graduale evoluzione della sua pittura e nella definizione di uno stile più personale e più libero, che unisce armoniosamente il verismo e il tardo-romanticismo. L'importante opera qui illustrata, datata 1853 e da sempre conservata nella sua collezione d'origine, raffigura l'episodio di Capua saccheggiata dai Francesi, soggetto tratto dal libro V, paragrafo V della Storia d'Italia di Francesco Guicciardini (Guicciardini 1535 ; 1561, ed. 1988, I, p. 511), episodio narrato tuttavia anche da Massimo d'Azeglio nell'ettore Fieramosca o La disfida di Barletta del 1833. Le diverse testimonianze scritte dallo stesso Morelli ci consentono di ripercorrere la nascita e l'elaborata creazione del dipinto (Levi 1906, pp. 51-54). All'amata moglie Virginia scrive “ho dipinto finalmente, ho cominciato a colorire la tela; la tavolozza rapisce in certi momenti, ha un gran potere nelle mani di un artista vero. per Dio! ho dipinto tutto il fondo del quadro con un impeto tale, che questa sera poi sono rimasto come istupidito. ho detto il fondo, cioè tutto il lontano di torri merlate, mura vetuste, spiragli. Quei merli a me parlano tanto, che, anche dipinti malamente, io li guarderei sempre. nel guardare quelle mura, io v'imagino tante cose, e vedo al di là di quelle il resto del dramma sanguinoso, e più orribile di quello che farò apparire sul davanti della scena" (Levi 1906, pp. 51-52). Raccontando, dunque, dai primi studi dove cercava di capire come poter mettere insieme i gruppi di figure all'attentissima e scrupolosa ricerca di verità storica, fino alle modifiche finali e l'ultimazione dell'opera. per realizzare le sue opere Morelli partiva, infatti, da un'analitica e vastissima preparazione, attraverso decine di disegni con i quali approfondiva con cura ogni personaggio e ogni particolare poi realizzato nelle tele finali. si vedano, ad esempio, i disegni preparatori oggi conservati alla Galleria nazionale d’Arte Moderna di Roma (Fondo Morelli, cartella A, cfr. Levi 1906, p. 346), all’Istituto nazionale per la Grafica (18 disegni inediti, vol. 2901) e alla Galleria d’Arte Moderna di Torino (Torino 2001, nn. 11-12. p. 227), o il piccolo bozzetto già nella collezione del cavaliere Odoardo Casella a Napoli (Casella 1939, pp. 50-51, n. 213, tav. LII) esposto alla Mostra della Società Amatori e Cultori del 1903 (Roma 1903, p. 62, n. 6) e alla prima Biennale Romana del 1921 (Roma 1921, p. 88, n. 47). Come già evidenziato dalla critica, il Cesare Borgia sarà una delle realizzazioni più francesizzanti di Morelli, saranno infatti per lui d’ispirazione Delaroche e in particolar modo Une scène de l’Inquisition di Robert-Fleury (Villari 1902, p. 396). Tuttavia, nessuno come lui sarà in grado di immedesimarsi nelle fonti letterarie da cui trae spunto, restituendone un’eccellente corrispondenza pittorica. L’opera otterrà subito un gran successo tanto che sarà esposta alla Mostra di Belle Arti nel Palazzo Senatorio di Palermo nel 1856, con il titolo cesare Borgia, dopo l’assedio di Capua, fa trarre le donne che si erano rifugiate in un sotterraneo del castello (Palermo, 1856, n. 30).
LOTS
509
PITTORE EMILIANO DEL XVII SECOLO
PITTORE EMILIANO DEL XVII SECOLO
Natura morta con fiasco, tazza, salame e prosciutto
Olio su tela, cm 65X101
Olio su tela, cm 65X101
ESTIMATE € 3.000 - 5.000
510
JORIS VAN SON
JORIS VAN SON
(Anversa, 1623 ; 1667)
Natura morta con uva, pesca, noci e fichi
Olio su tela, cm 75X62
Natura morta con uva, pesca, noci e fichi
Olio su tela, cm 75X62
ESTIMATE € 8.000 - 12.000
511
GIOACCHINO ASSERETO
GIOACCHINO ASSERETO
(Genova, 1600 ; 1649)
San Tommaso apostolo (1636-1639)
Olio su tela, cm 135X105
San Tommaso apostolo (1636-1639)
Olio su tela, cm 135X105
ESTIMATE € 30.000 - 50.000
512
ANGELO MARIA CRIVELLI detto IL CRIVELLONE
ANGELO MARIA CRIVELLI detto IL CRIVELLONE
(Piacenza, 1660 ; Parma, 1730)
Paesaggio con uccelli, pappagallo e uva
Olio su tela, cm 102X180
Paesaggio con uccelli, pappagallo e uva
Olio su tela, cm 102X180
ESTIMATE € 8.000 - 12.000
513
JUAN DE FLANDES e BOTTEGA
JUAN DE FLANDES e BOTTEGA
(Gand, 1450 circa ; Palencia, 1519)
Crocifissione
Olio su tavola, cm 78X58,5
Crocifissione
Olio su tavola, cm 78X58,5
ESTIMATE € 20.000 - 30.000
514
GIOVANNI BATTISTA MERANO
GIOVANNI BATTISTA MERANO
(Genova, 1632 ; Piacenza, 1698)
Adorazione dei pastori, (1671)
Firmato Gio Batta Merano e datato 1671
Olio su tela, cm 110X156
Adorazione dei pastori, (1671)
Firmato Gio Batta Merano e datato 1671
Olio su tela, cm 110X156
ESTIMATE € 8.000 - 12.000
515
GIOVANNI BATTISTA MERANO
GIOVANNI BATTISTA MERANO
(Genova, 1632 ; Piacenza, 1698)
Riposo nella fuga in Egitto (1671)
Olio su tela, cm 112X155,5
Riposo nella fuga in Egitto (1671)
Olio su tela, cm 112X155,5
ESTIMATE € 8.000 - 12.000
516
FLORIS VAN DIJCK
FLORIS VAN DIJCK
(Delft, 1575 ; Haarlem, 1651)
Natura morta
Siglato VD in basso a sinistra
Olio su tavola, cm 51,6X67,4
Natura morta
Siglato VD in basso a sinistra
Olio su tavola, cm 51,6X67,4
ESTIMATE € 5.000 - 8.000
517
GUIDO RENI
GUIDO RENI
(Bologna, 1575 ; 1642)
San Pietro penitente
Olio su tela, cm 73X59
San Pietro penitente
Olio su tela, cm 73X59
ESTIMATE € 8.000 - 12.000
518
CARLO ANTONIO PROCACCINI
CARLO ANTONIO PROCACCINI
(Bologna, 1571 ; Milano, 1630)
Ebbrezza di Noè
Olio su tavola, cm 63X80
Ebbrezza di Noè
Olio su tavola, cm 63X80
ESTIMATE € 4.000 - 7.000
519
GIUSEPPE ARCIMBOLDO (maniera di)
GIUSEPPE ARCIMBOLDO (maniera di)
(Milano, 1527 ; 1593)
Allegoria dell'Estate
Olio su tela, cm 99X73,5
Allegoria dell'Estate
Olio su tela, cm 99X73,5
ESTIMATE € 8.000 - 12.000
520
MAESTRO DELLA FERTILITÀ DELL'UOVO
MAESTRO DELLA FERTILITÀ DELL'UOVO
(attivo a Brescia nel XVII-XVIII secolo)
Gatto in fasce
Olio su tela, cm 86X119,5
Gatto in fasce
Olio su tela, cm 86X119,5
ESTIMATE € 20.000 - 30.000