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GIACOMO FRANCESCO CIPPER detto IL TODESCHINI
(Feldkirch, 1664 - Milano, 1736)
Contadini a tavola con vecchio che suona la ghironda
Firmato in basso al centro: Francesco Cipper Todesco...
Olio su tela, cm 125X142
Contadini a tavola con vecchio che suona la ghironda
Firmato in basso al centro: Francesco Cipper Todesco...
Olio su tela, cm 125X142
ESTIMATE € 20,000 - 30,000
Bibliografia:
L. Tognoli, Giacomo Francesco Cipper, il Todeschini e la pittura di genere, Bergamo 1976, p. 155
M. S. Proni, Giacomo Francesco Cipper detto il Todeschini, Soncino 1994, p. 124, fig. 39
Archivio Federico Zeri: n. 74136
È indubbio quanto sia rilevante il ritrovamento di un'opera firmata di Giacomo Francesco Cipper, il cui catalogo è spesso corrotto da innumerevoli opere di seguaci ed imitatori, spesso di buon livello qualitativo ma distanti per qualità e forza espressiva. Il pittore, infatti, fu uno dei principali protagonisti della pittura di genere, capace di concepire eleganti nature morte, ma altresì caratteristiche composizioni con figure, che descrivono scene di mercato, mendicanti e artigiani. Viene così a rinnovare la tradizione seicentesca, rileggendo in chiave personalissima gli esempi di Monsù Bernardo e delle prossime opere di Alessandro Magnasco, con l'ambizione oltremodo riuscita di trasporre le sue idee con spirito Monumentale, dedicandosi ad una realistica definizione degli oggetti d'uso quotidiano, dei cibi e delle masserizie, giungendo sino alle massime conseguenze della tradizione comica e grottesca, che in area lombarda ha origini rinascimentali. Nel 1669 Todeschini è documentato a Milano e, in simbiosi con la nobilitazione degli umili intrapresa dal Maggi, comincia a ritrarre la variegata umanità del popolo minuto con naturale propensione. Queste rappresentazioni, però, non sono immuni da una buona dose d'ironia, verve satirica e, talvolta, una palese licenziosità; quanto importanti sono le riforme che interessano il teatro dialettale, specialmente milanese, che pare accompagnare l'evoluzione che intercorre fra il Todeschini e il Ceruti. E quanto mai importante in tal senso è questo dipinto, datato da Maria Silvia Proni, al 1725 ; 1730.
Bibliografia di riferimento:
M. B. Castellotti, La Pittura lombarda del '700, Milano 1986, tavv. 202-209
L. Tognoli, G. F. Cipper, il Todeschini e la pittura di genere, Bergamo 1976, ad vocem
L. Tognoli, Giacomo Francesco Cipper, il Todeschini e la pittura di genere, Bergamo 1976, p. 155
M. S. Proni, Giacomo Francesco Cipper detto il Todeschini, Soncino 1994, p. 124, fig. 39
Archivio Federico Zeri: n. 74136
È indubbio quanto sia rilevante il ritrovamento di un'opera firmata di Giacomo Francesco Cipper, il cui catalogo è spesso corrotto da innumerevoli opere di seguaci ed imitatori, spesso di buon livello qualitativo ma distanti per qualità e forza espressiva. Il pittore, infatti, fu uno dei principali protagonisti della pittura di genere, capace di concepire eleganti nature morte, ma altresì caratteristiche composizioni con figure, che descrivono scene di mercato, mendicanti e artigiani. Viene così a rinnovare la tradizione seicentesca, rileggendo in chiave personalissima gli esempi di Monsù Bernardo e delle prossime opere di Alessandro Magnasco, con l'ambizione oltremodo riuscita di trasporre le sue idee con spirito Monumentale, dedicandosi ad una realistica definizione degli oggetti d'uso quotidiano, dei cibi e delle masserizie, giungendo sino alle massime conseguenze della tradizione comica e grottesca, che in area lombarda ha origini rinascimentali. Nel 1669 Todeschini è documentato a Milano e, in simbiosi con la nobilitazione degli umili intrapresa dal Maggi, comincia a ritrarre la variegata umanità del popolo minuto con naturale propensione. Queste rappresentazioni, però, non sono immuni da una buona dose d'ironia, verve satirica e, talvolta, una palese licenziosità; quanto importanti sono le riforme che interessano il teatro dialettale, specialmente milanese, che pare accompagnare l'evoluzione che intercorre fra il Todeschini e il Ceruti. E quanto mai importante in tal senso è questo dipinto, datato da Maria Silvia Proni, al 1725 ; 1730.
Bibliografia di riferimento:
M. B. Castellotti, La Pittura lombarda del '700, Milano 1986, tavv. 202-209
L. Tognoli, G. F. Cipper, il Todeschini e la pittura di genere, Bergamo 1976, ad vocem
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