833
ALESSANDRO MAGNASCO
(Genova, 1667 - 1749)
Venere e Marte con Cupido
Olio su tela, cm 117,5X170,2
Venere e Marte con Cupido
Olio su tela, cm 117,5X170,2
ESTIMATE € 6.000 - 8.000
Provenienza:
New York, Christie's, 19 aprile 2007, lotto 95
Bibliografia:
A. Scarpa e M. Lupo, 'Fondazione Famiglia Terruzzi. Villa Regina Margherita, Guida al Museo', Milano 2011, pp. 118 ; 119, fig. 48
Il dipinto è stato riconosciuto a Alessandro Magnasco da Anna Orlando nel 2007, in occasione della sua vendita all'asta presso Christie's di New York. La studiosa ne colloca l'esecuzione attorno al 1705 per le inequivocabili particolarità tecniche, quali le vivaci pennellate che delineano le mani e la testa di Vulcano, così come la tonalità terrosa della tavolozza. È altresì importante indicare che la composizione è quasi un unicum, infatti, il catalogo dell'artista registra pochissime altre composizioni mitologiche a figure grandi e così monumentali, con i protagonisti che emergono dal fondale secondo una sapiente regia tenebrosa ; in analogia con i coevi Sant'Antonio Abate e San Paolo l'Eremita già di collezione Sonnino -. Possiamo anche notare come in questi anni Magnasco sia influenzato dal veneziano Sebastiano Ricci, che il nostro poté conoscere a Firenze tra il 1703 e il 1709. A questo proposito ricordiamo che la Presentazione al tempio del Wadsworth Atheneum a Hartford e il Sant'Ambrogio rifiuta l'ingresso di Teodosio in chiesa conservato a Chicago presso l'Art Institute, erano entrambi erroneamente attribuiti al Ricci, attestando come Magnasco si sia misurato con il collega. Nella città gran ducale il nostro lavorò per Ferdinando II de 'Medici, committente del Ricci e di Giuseppe Maria Crespi, connotando una scelta di gusto ben precisa. Ma se il giovane Magnasco è stato ispirato dall'ambiente sperimentale fiorentino, nel nostro caso, come suggerisce oralmente Mary Newcome Schleier: 'la testa di Vulcano e le sue mani con le unghie larghe sono spesso presenti nei quadri di Magnasco, la modellazione del corpo nudo di Venere e le sue fattezze del viso riflettono il lavoro del suo maestro Filippo Abbiati (fino a 1703), confermando perciò una datazione ai primi anni del XVIII secolo'. Sempre la Newcome rileva la similitudine tra la testa di Venere e quella di Dalila realizzata dall'Abbiati nel 1690 e oggi nel Seminario Arcivescovile di Venegono Inferiore. Inoltre, i lineamenti facciali di Venere, in particolare il disegno degli occhi e il suo sguardo, assomigliano a quelli trovati in due ritratti di collezione privata e databili al medesimo periodo, mentre il Cupido è una chiara citazione tratta dal San Francesco consolato dall'Angelo della Galleria di Palazzo Bianco a Genova.
New York, Christie's, 19 aprile 2007, lotto 95
Bibliografia:
A. Scarpa e M. Lupo, 'Fondazione Famiglia Terruzzi. Villa Regina Margherita, Guida al Museo', Milano 2011, pp. 118 ; 119, fig. 48
Il dipinto è stato riconosciuto a Alessandro Magnasco da Anna Orlando nel 2007, in occasione della sua vendita all'asta presso Christie's di New York. La studiosa ne colloca l'esecuzione attorno al 1705 per le inequivocabili particolarità tecniche, quali le vivaci pennellate che delineano le mani e la testa di Vulcano, così come la tonalità terrosa della tavolozza. È altresì importante indicare che la composizione è quasi un unicum, infatti, il catalogo dell'artista registra pochissime altre composizioni mitologiche a figure grandi e così monumentali, con i protagonisti che emergono dal fondale secondo una sapiente regia tenebrosa ; in analogia con i coevi Sant'Antonio Abate e San Paolo l'Eremita già di collezione Sonnino -. Possiamo anche notare come in questi anni Magnasco sia influenzato dal veneziano Sebastiano Ricci, che il nostro poté conoscere a Firenze tra il 1703 e il 1709. A questo proposito ricordiamo che la Presentazione al tempio del Wadsworth Atheneum a Hartford e il Sant'Ambrogio rifiuta l'ingresso di Teodosio in chiesa conservato a Chicago presso l'Art Institute, erano entrambi erroneamente attribuiti al Ricci, attestando come Magnasco si sia misurato con il collega. Nella città gran ducale il nostro lavorò per Ferdinando II de 'Medici, committente del Ricci e di Giuseppe Maria Crespi, connotando una scelta di gusto ben precisa. Ma se il giovane Magnasco è stato ispirato dall'ambiente sperimentale fiorentino, nel nostro caso, come suggerisce oralmente Mary Newcome Schleier: 'la testa di Vulcano e le sue mani con le unghie larghe sono spesso presenti nei quadri di Magnasco, la modellazione del corpo nudo di Venere e le sue fattezze del viso riflettono il lavoro del suo maestro Filippo Abbiati (fino a 1703), confermando perciò una datazione ai primi anni del XVIII secolo'. Sempre la Newcome rileva la similitudine tra la testa di Venere e quella di Dalila realizzata dall'Abbiati nel 1690 e oggi nel Seminario Arcivescovile di Venegono Inferiore. Inoltre, i lineamenti facciali di Venere, in particolare il disegno degli occhi e il suo sguardo, assomigliano a quelli trovati in due ritratti di collezione privata e databili al medesimo periodo, mentre il Cupido è una chiara citazione tratta dal San Francesco consolato dall'Angelo della Galleria di Palazzo Bianco a Genova.
LOTS
602
GIAMBATTISTA BASSI
GIAMBATTISTA BASSI
(Massa Lombarda, 1784 - Roma, 1852)
Veduta di Ariccia
Firmato in basso a destra, Olio su tela, cm 115X90
Veduta di Ariccia
Firmato in basso a destra, Olio su tela, cm 115X90
ESTIMATE € 800 - 1.200
603
LUDOVICO CAFFI (attr.a)
LUDOVICO CAFFI (attr.a)
(Cremona, circa 1641 - Milano, 1695)
Natura morta
Olio su tela, cm 120X135
Natura morta
Olio su tela, cm 120X135
ESTIMATE € 1.500 - 2.000
604
ANGELO MARIA ROSSI (attr. a)
ANGELO MARIA ROSSI (attr. a)
(attivo in Lombardia verso la metà del XVII secolo)
Natura morta con frutti
Olio su tavola, cm 47X61
Natura morta con frutti
Olio su tavola, cm 47X61
ESTIMATE € 800 - 1.200
605
ANGELO MARIA ROSSI (attr. a)
ANGELO MARIA ROSSI (attr. a)
(attivo in Lombardia verso la metà del XVII secolo)
Natura morta con frutti
Olio su tavola, cm 47X61
Natura morta con frutti
Olio su tavola, cm 47X61
ESTIMATE € 800 - 1.200
608
GIOVANNI BATTISTA CASTELLO
GIOVANNI BATTISTA CASTELLO
(Genova, 1547-1637)
Cristo caduto
Matita e acquerello, cm 22,8X17,7
Cristo caduto
Matita e acquerello, cm 22,8X17,7
ESTIMATE € 2.000 - 3.000
609
GIOVANNI BATTISTA CASTELLO
GIOVANNI BATTISTA CASTELLO
(Genova, 1547 - 1637)
Sacra Famiglia con San Giovannino
Tempera su pergamena, cm 22,5X17,5
Sacra Famiglia con San Giovannino
Tempera su pergamena, cm 22,5X17,5
ESTIMATE € 2.000 - 3.000
610
PAOLO GEROLAMO PIOLA
PAOLO GEROLAMO PIOLA
(Genova, 1666 - 1724)
Visione di Sant'Antonio
Olio su tela, cm 74X62
Visione di Sant'Antonio
Olio su tela, cm 74X62
ESTIMATE € 3.000 - 5.000
611
FRANCESCO SOLIMENA (bottega di)
FRANCESCO SOLIMENA (bottega di)
(Canale di Serino, 1657 - Barra, 1747)
Allegoria dell'Europa
Olio su tela, cm 100X75
Allegoria dell'Europa
Olio su tela, cm 100X75
ESTIMATE € 1.500 - 2.500
612
NICOLA MALINCONICO
NICOLA MALINCONICO
(Napoli, 1663 - 1726)
Allegoria della Fortuna
Olio su tela, cm 118,5X90,5
Allegoria della Fortuna
Olio su tela, cm 118,5X90,5
ESTIMATE € 2.000 - 3.000