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JAN MIEL (attr. a)
(Beveren, 1599 - Torino, 1656)
Scena di genere
Olio su tela, cm 44X36
Scena di genere
Olio su tela, cm 44X36
NO RESERVE
L'opera reca una tradizionale attribuzione a Jan Miel per la stretta analogia compositiva con le tele ai note del pittore. Il dipinto esprime indubbiamente i caratteri tipici del maestro, non solo per la sua aderenza ai modi del Cerquozzi, ma altresì per la stesura e le tipologie fisionomiche. Miel è documentato a Roma dal 1636, ma è verosimile che vi sia giunto già nel 1633 e la sua adesione al genere bambocciante non sorprende, in quanto che notevole fu per quella generazione di artisti l'influenza di Pieter van Laer, che diffuse la moda di descrivere la vita quotidiana della Città Eterna. La tela consente d'apprezzare la cura con cui l'artista descrive i diversi protagonisti, le loro gestualità e indumenti, attenzione che indica una visione e uno studio dal vero della vita quotidiana, letta e interpretata senza filtri letterari ma con spiccato naturalismo, sincero e appassionato, impossibile da archiviare sbrigativamente nell'ambito dell'anedottica o della cronaca spicciola, ma altresì da leggere quale fenomeno denso di motivazioni culturali. L'immagine della 'finestra aperta' adottato da Giuliano Briganti è quindi la via critica migliore per comprendere questo particolare filone della pittura dell'età barocca, il cui il nominativo di bambocciante, come rimarca lo studioso, può risultare un diminutivo grottesco e ingiusto, da non tenere in 'simpatia'.
Bibliografia di riferimento:
G. Briganti, L. Trezzani, L. Laureati, 'I Bamboccianti, pittori della vita quotidiana a Roma nel Seicento', Roma 1983, ad vocem
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A STONE FRIEZE, 18TH-19TH CENTURY; WEAR, DAMAGES, LOSSES, CHIPS AND SCRATCHES
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320
A STONE SCULPTURE, 20TH CENTURY; WEAR, DAMAGES, CHIPS, SCRATCHES, TRACES OF DIRT
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ESTIMATE € 400 - 600
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A MARBLE PART OF A COLUMN, 19TH CENTURY; WEAR, DAMAGES, CHIPS, LOSSES AND SCRATCHES
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