L’autunno record da Wannenes

L’autunno record da Wannenes

Eccellente esito per le aste genovesi del 22-23 settembre 2020 di opere provenienti dalle “Collezioni di un Gentiluomo milanese” e dei “Dipinti Antichi e del XIX secolo” del 24 settembre che insieme hanno totalizzato 2.663.137 euro, impreziosito da una percentuale del 93.5% di venduto per lotto.
La prima vendita comprendeva un eterogeneo catalogo ad offerta libera di argenti, ceramiche, arte orientale, dipinti antichi e del XIX secolo, tappeti, arredi e oggetti d’arte che ha realizzato 795.795 euro, e una percentuale del 94.1% di venduto per lotto.
Per quanto riguarda gli argenti che hanno realizzato il 99.3% del venduto, spicca una coppia di vasi in argento con coperchio del XIX secolo dal peso di quattro chilogrammi e mezzo, battuti a 5.580 euro (lotto 65), seguita da un set di due caffettiere e una zuccheriera napoletana del XIX secolo, esitata a 3.350 (lotto 51), un calamaio in argento e bronzo dorato cesellato a Roma dall’orafo A. Cappelletti nel XIX secolo, che è stato venduto a 3.100 euro (lotto 83), due spille in oro e corniola del XIX secolo, incise a bassorilievo raffiguranti una testa dall’antico e una conchiglia, aggiudicata a 2.850 euro (lotto 92), ed infine una caffettiera eseguita a Novara nel XIX secolo, che è passata di mano per 2.600 euro (lotto 33).
Le ceramiche, come gli argenti, hanno raggiunto il 99.3% del venduto, con top lot  tre cioccolatiere in porcellana policroma della manifattura di Meissen della seconda metà del XVIII secolo, unite a due tazze con piattino di gusto simile, e aggiudicate a 4.850 euro (lotto 162), che precedono due caffettiere coeve e della stessa prestigiosa manifattura, decorate con scene bucoliche, battute a 3.350 euro (lotto 199), otto gruppi o figure raffiguranti cani in ceramica e porcellana policroma del XIX-XX secolo, esitati a 3.220 euro (lotto 143),  due tazze con piattino con motivi a chinoiserie nei modi di Höroldt della metà del ‘700 sempre della manifattura di Meissen, vendute a 2.850 euro. Esitate tutte a 2.600 euro, una coppia di candelieri di manifattura francese del XVIII secolo con decoro Kaklemon (lotto 126), nove uccellini in porcellana policroma di manifattura del XIX secolo (lotto 139), una piccola caffettiera di Maissen decorata con scene di genere in riserva unita a una tazza da cioccolata con piattino di gusto simile (lotto 180).
L’arte orientale ha raggiunto il 96.1% del venduto per lotto, e si distingue, come migliore aggiudicazione, una coppia di grandi vasi in porcellana famiglia rosa a fondo giallo sgraffiato con decoro a riserve di rocce e rami in fiore con pesche e uccelli (lotto 339) aggiudicato a 9.445 euro, che precede un vaso ovoidale in porcellana celadon, Cina, XIX secolo, con decoro floreale a rilievo (lotto 310), battuto a 7.600 euro, e un grande vaso in porcellana famiglia rosa del XX secolo a fondo giallo con decoro di zucche e grandi riserve (lotto 307), esitato a 6.350 euro. Meritano una menzione un vaso in porcellana famiglia rosa su sfondo verde, Cina, tarda repubblica, con cinque bambini a rilievo e decoro a fiori di loto (lotto 337bis) acquistato a 5.476 euro, mentre un gruppo cinese del XX secolo di sette oggetti naturalistici in pietre dure (lotto 271) e una coppia di gradi vasi lobati in porcellana rosa del XIX secolo raffiguranti gli Otto Immortali (lotto 333) sono stati battuti entrambi a 5.100 euro.
Un Ritratto di dama, attribuito a Nicolas Largilliere (Parigi 1656 – 1746) – miglior esito dei Dipinti Antichi  che hanno fatto il 100% del venduto per lotto – è stato venduto a 12.600 euro (lotto 347), mentre il Ritratto di dama con fonte attribuito a Pierre Gobert (Fontainebleau 1662 – Parigi 1744),  e una Natura morta con fiori e uccelli (lotto 387) di un pittore fiammingo del XVII secolo che possiamo identificare come Melchior de Hondecoeter (1636 – 1695) sono stati esitati a 8.225 euro.
L’ampia sezione finale dedicata agli Arredi e gli Oggetti d’Arte ha visto registrare l’86.1% del venduto per lotto, e dove spicca con arcadica bellezza una scultura in marmo del XVIII – XIX secolo raffigurante un busto femminile dall’antico che è stata battuta a 17.600 euro  (lotto 635), che precede una coppia di cassettoni lombardi del XVIII – XIX secolo impiallacciati in legni vari (lotto 482), venduta a 8.850 euro, e un busto in marmi policromi e alabastro raffigurante probabilmente Maria de’ Medici in abito vescovile (lotto 640), esitata a 8.225 euro. Un mobile a doppio corpo emiliano del XVIII secolo impiallacciato in radica di olmo e legni vari (lotto 472), e un cassettone a ribalta lombardo del XVIII secolo impiallacciato in radica di noce (lotto 545) sono stati venduti tutti e due a 7.600 euro, ed infine, un orologio d’appoggio francese della fine del XVIII secolo di marmo grigio e bronzo dorato firmato Zacharie di Parigi (lotto 501), è stato acquistato a 7.140 euro.
Il successo dell’asta è dovuto dal fascino che da sempre attrae il grande collezionismo verso questo genere di vendita all’incanto, che rappresenta la tradizione centenaria dell’house sale anglosassone” dichiara Mauro Tajocchi, responsabile del dipartimento che ribadisce “Un punto di forza di questa vendita ad offerta libera è data da una leadership nelle Uniche Proprietà, un dipartimento specializzato nella gestione e vendita di proprietà private, che ha posizionato la società al massimo livello nella gestione delle collezioni d’arte in Italia, e che ha sollecitato, attratto e creato l’interesse dei più grandi collezionisti e curatori internazionali verso una nuova concezione di fare mercato”.
L’asta di “Dipinti Antichi e del XIX secolo” del 24 settembre ha totalizzato 1.868.638 euro, con una percentuale di venduto per lotto del 94.1% e per valore del 475.4%
Uno straordinario successo che per il responsabile del dipartimento Antonio Gesino “È frutto di una costante ricerca di dipinti di dal forte connotato stilistico e iconiche dell’artista e delle varie stagioni della storia dell’arte. Se presenti opere inedite che sollecitano la curiosità del grande conoscitore come il semplice appassionato, riesci quasi sempre a intercettare la loro attenzione, e quindi a mettere le basi anche di un buon esito economico dell’asta”.
Un esempio ci viene dalla migliore aggiudicazione dell’asta che rappresenta una gustosa “Scena di mercato” di un pittore fiammingo del XVII secolo, che potremmo riferire a Joachim Beackelaer (Anversa 1530 – 1573) – dove possiamo scorgere nel fondale il Diniego di Pietro, ma tutta l’attenzione è rivolta dall’esuberante natura esposta (lotto 1032) – battuta a 112.600 euro, seguita da un “Ritratto di dama seduta” di un artista influenzato da Rembrandt (lotto 980), che è stato aggiudicato a 76.900 euro, e da un’intesa figura di “San Girolamo” di un pittore caravaggesco spagnolo del XVII secolo (lotto 964), esitato a 52.600 euro.
È sicuramente da segnalare una tela che raffigura “Venere a Adone” attribuibile a Tintoretto e a un collaboratore (lotto 881), venduta a 50.100 euro, un “Ritratto di uomo” che potrebbe celare sotto la sporcizia superficiale l’autografia di Annibale Carracci (Bologna 1560 – Roma 1609), e un bel “Ritratto di giovane al pozzo” di Bernhard Keilhau, detto Monsù Bernardo, un olio su tela caratterizzato da una stesura morbida e fluida, ma capace di descriverne con schiettezza la figura senza tuttavia trascendere nel crudo realismo (lotto 954) entrambi venduti a 47.600 euro, e un “Sacrificio di Isacco” (lotto 997), riferibile alla raffinata mano di Tommaso Salini, battuto a 43.850 euro.
A 35.100 euro è stato aggiudicata, infine,  la “Caccia al cinghiale di Caledonio” di un giovane Paris Bordone (lotto 879), opera che a suo tempo fu pubblicata come nel 1957 da Bernard Berenson nei “Pittori italiani del Rinascimento”, e  che nel 1952 era stata di proprietà della famosa Galleria Wildenstein di New York.
Per quanto riguarda i Dipinti del XIX secolo, è da segnalare la grande tela del 1854 del viennese Carl Rahl (Vienna 1812 – 1865) raffigurante “Sansone e Dalida”, che dimostra l’arte di uno dei più apprezzati esponenti della pittura monumentale storica e allegorica del suo tempo (lotto 852), battuto a 16.350 euro e una lieve “Ragazza che suona il mandolino” attribuita a Gustavo Mancinelli (lotto 907) esitata a 4.850 euro.
Egregio il risultato raggiunto dall’asta milanese di “Tappeti e Tessuti Antichi” del 28 settembre 2020 che ha raggiunto oltre 270 mila euro, con una percentuale di venduto per lotto del 49.2% e per valore del 153.5%.
Protagonista della vendita un maestoso tappeto di Serapi, nitido, luminoso e con elementi ben spaziati della regione di Heriz, nord ovest della persia, circa 1860 (lotto 162), battuto a 18.850 euro, seguito da un grande arazzo fiammingo Audemard del 1650 circa che rappresenta un giardino fiorito come se lo si guardasse dalla prospettiva di una finestra, da cui si ammira un arco di vite, foglie e fiori, retto da otto colonne finemente lavorate (lotto 77) esitato a 15.700 euro, un tappeto curdo dell’Azerbaijian, del Nord della Persia (139) venduto a a 11.800 euro, ed infine, un tappeto surrealista del 1950 – 1960 che riprende fedelmente l’opera di Joan Mirò “Soiree snob chez la princesse” del 1949 (lotto 52), acquistato a 11.350 euro.
Guido Wannenes, AD dell’omonima casa d’aste genovese, così commenta a conclusione di queste prime aste autunnali a Genova e Milano:
Siamo molto soddisfatti dei risultati delle aste di questo inizio stagione dove i tre cataloghi hanno realizzato quasi 3.000.000 di euro, ma siamo soprattutto soddisfatti per le percentuali di venduto che testimoniano la capacità del nostro team di esperti di selezionare opere appetibili per il mercato nazionale ed internazionale”. 

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