La qualità della proposta premia il primo semestre 2020

La qualità della proposta premia il primo semestre 2020

Il fatturato del primo semestre 2020, che comprende 17 aste, di cui 4 web-only, ha totalizzato 10.506.398 euro, con una percentuale di venduto per lotto del 72.9% (rispetto al 56.5% del 2019) e del 253.4% per valore (rispetto al 220.3% dell’anno scorso).

Hanno reagito molto bene i comparti storici del mondo antiquariale, quelli che in questo momento straordinario danno maggiori certezze di un valore che si mantiene nel tempo, e quindi gli Arredi, le Ceramiche con l’eccezionale dispersione degli oggetti provenienti dalla collezione di Grazia Biscontini, gli Argenti, Avori, Icone e Oggetti d’Arte Russa.

Tutti i dipartimenti si sono tenuti in linea con l’andamento del semestre dello scorso anno, e questo è un dato eccezionale, perché gran parte delle aste si sono tenute tra marzo e luglio, in piena emergenza epidemiologica. Il differenziale con il 2019 è dovuto esclusivamente all’assenza di un top lot come gli orecchini in zaffiri cachemire che fecero per l’appunto quasi 3 milioni.

Rispetto al primo semestre del 2019 abbiamo presentato meno lotti, 4.400 rispetto ai 5.136 del 2019 ma abbiamo venduto di più, 2.917 contro i 2.904 dello scorso anno, con una percentuale di venduto che dal 56.5% aumenta fino al 72.9%

Top lot della prima parte del 2020 una struggente placca di avorio di Christoph Daniel Schenck (Costanza, 1633 – 1691) raffigurate la “Pietà”, esitata a 350.100 euro, World Record Price per l’artista.

Per le opere d’arte sono da segnalare la “Crocefissione con San Domenico e un devoto” di Orazio di Jacopo (Bologna 1385 – 1449), tempera su tavola firmata e datata 1442, aggiudicata a 162.600 euro – World Record Price per l’artista – e il piatto istoriato, e “a lustro”, uscito dalla bottega di Mastro Giorgio Andreoli nel 1531 – che andrà ora più precisamente attribuito alla mano del cosiddetto “Pittore del bacile di Apollo” – decorato con “Dante e Virgilio guardano il conte Ugolino e l’Arcivescovo Ruggieri” è stato battuto a 125.100 euro

Per i collectables una bellissima lampada da soffitto in metallo dipinto, perspex e ottone di Ettore Sottsass realizzata per Arredoluce nel 1957 esitata a 37.600 euro e una rara lampada da terra di Max Ingrand prodotta per Fontana Arte nel 1956 circa, in ottone, cristallo satinato, curvato e molato esitata a 30.100 euro.

La risposta del mercato è stata ottima, tanto e vero che il primo trimestre del 2020 è stato un vero successo con un risultato complessivo di circa 3,6 milioni di euro – percentuale di venduto per lotto del 75.2% e per valore del 432.2% – con i due world record price già citati, e una partecipazione di collezionisti internazionali di quasi del 40%. Un trend che si è mantenuto anche nel secondo trimestre.

Guido Wannenes (CEO Wannenes Casa d’Aste)

La strategia principale dovrà essere nella qualità della proposta. Se gli operatori faranno proposte di qualità il mercato dell’arte saprà sorprenderci ancora una volta.  Per quanto riguarda il secondo semestre Wannenes, oltre alle aste che riguardano tutti comparti storici della casa d’aste, le novità saranno costituite dalla prima asta web-only dedicata alle stampe e i multipli d’arte moderna e contemporanea (20 – 30 novembre 2020), e dalla prima asta milanese del dipartimento “Wine & Spirits”, in collaborazione con il Gambero Rosso”.

L’anno delle aste Wannenes 2020 è iniziato con il catalogo delle opere provenienti delle “Collezioni di una Gentildonna del Principato di Monaco” (Genova, 3-4 marzo 2020) ha evidenziato da subito il suo potenziale realizzando il 100% di venduto sui primi 67 lotti dedicati interamente alle pietre dure con un fatturato per questa sola sessione di 469.760 euro.

Top lot dell’asta e del primo semestre 2020 la placca in avorio di Christoph Daniel Schenck raffigurante la Pietàaggiudicata a 350.100 euro (lotto 197), un risultato che ha più che raddoppiato il precedente top price dell’artista riferito ad un’opera battuta a Stoccarda nel 2006 per 150.000 euro.

L’asta di “Dipinti Antichi e del XIX Secolo” (Genova, 3-4 marzo 2020) ha confermato la leadership di Wannenes per questo settore registrando un World Record Price per una tempera su tavola di Orazio di Jacopo aggiudicata a 162.600 euro (lotto 969), seguita da una Natura morta di Giovanni Battista Recco (lotto 768) aggiudicata a 112.600 euro e da un’elegante tela raffigurante Apollo e Marsia alla maniera di Matthias Stomer (lotto 910) battuta a 62.600 euro.

Le aste di “Design e Stile Italiano” che si sono tenute a Genova il 21-22 maggio che insieme hanno totalizzato 986.248 euro, con una percentuale di venduto per lotto del 70,7% e per valore del 217,7%

Entrando in dettaglio la vendita di “Design” del 21 maggio ha raggiunto un totale di 766.275 euro con una percentuale di venduto per lotto del 77,8% e per valore del 216,1%

Una bellissima lampada da soffitto in metallo dipinto, perspex e ottone di Ettore Sottsass realizzata per Arredoluce nel 1957 (lotto 274) è stata la protagonista del catalogo del Design del 21 maggio con una aggiudicazione di 37.600 euro, seguita da un divano modulare mod. Camaleonda di produzione C&B del 1971, firmato da Mario Bellini (lotto 384) battuto a 16.350 euro e il tavolo mod. 302 per Bernin/Fonderia Battaglia del 1963 circa, in bronzo cromato e marmo fior di pesco di Angelo Mangiarotti (lotto 402) esitato a 13.850 euro.

La vendita del catalogo del “Stile Italiano” del 22 maggio con 219.973 euro di totale si distingue per una percentuale di venduto per lotto del 63,3% e per valore del 223,1%

Top lot sei sedie di Ludwig Mies Van Der Rohe in tubolare metallico cromato, canna d’india intrecciata, anni ’70 (lotto 558) aggiudicate a 3.480 euro, che precedono otto poltrone girevoli e una scrivania di Gianni Moscatelli (lotto 852) battute a 2.850 euro, e il mobile mod. Dilly Dally per Poltrone Frau del 1968 circa di  Luigi Massoni (lotto 879) esitato a 2.700 euro.

Per aste di giugno e l’inizio di luglio 2020 che presentavano i cataloghi di “Arredi, Sculture e Oggetti d’Arte” del 23-24 giugno, dei “Dipinti Antichi e del XIX secolo” del 25 giugno a Genova, degli “Argenti, Icone e Oggetti d’Arte Russa” suddivisa tra il 30 giugno e il 1 luglio,  lo stesso giorno della dispersione delle “Maioliche dal XVI al XX secolo dalle collezioni di Grazia Biscontini Ugolini e importanti maioliche e porcellane da sue collezioni private”, le opere di “Arte Moderna e Contemporanea” del 9 luglio a Milano, e infine le grandi firme del Design nell’asta “Forme” del 14 luglio a Genova che hanno totalizzato insieme 4.214.000, con una percentuale di venduto per lotto del 72% e per valore del 222.7%

L’asta di arredi provenienti dalle “Collezioni di una nobildonna italiana” tenutasi negli splendidi spazi di Palazzo del Melograno a Genova il 23 e 24 giugno ha realizzato 409.679 euro, con una percentuale di venduto per lotto del 71.8% e per valore del 325%.

Top lot una intensa composizione in avorio del XVII – XVIII secolo raffigurante il “Battesimo di Gesù e Padre Eterno”, con cornice in legno ebanizzato e dorato, battuta a 12.600 euro (lotto 114), che precede una vetrina di gusto neoclassico impiallacciata in bois de rose francese del XIX secolo decorata nella parte inferiore con una placca ovale alla maniera di Wedgwood, esitata a 11.350 euro (lotto 268), una coppia di vasi in porcellana napoletani  dell’atelier Giovine del 1823, decorati probabilmente con i ritratti di Francesco I e Maria Isabella di Borbone, re e regina del Regno delle Due Sicilie (lotto 32) venduti a 10.785 euro, e uno stipo monetiere impiallacciato in ebano e avorio del XVIII secolo in forma di architettura con cupola amovibile e balaustra superiore traforata (lotto 257), battuto a 10.725.

Sempre a Genova, il 25 giugno, si è tenuta la vendita del catalogo dei “Dipinti Antichi e del XIX secolo”, che ha totalizzato 1.248.428 euro, con una percentuale di venduto per lotto del 79.4% e per valore del 259.6%.

Il totale dell’asta di Dipinti Antichi è stato di 970.888, confortato da un’ottima percentuale di venduto per lotto del 79.4% e 286.7% per valore.

Il dipinto che ha raggiunto il miglior esito è stato un intenso “Compianto” di un artista che si avvicina molto alla maniera di Jacopino del Conte, aggiudicato a 87.600 euro (lotto 675), che precede una grande tela raffigurante il “Trionfo di Nettuno e Anfitrite” di Filippo Napoletano (Teodoro Filippo di Liagno [Napoli/Roma? 1589 – Roma, 1629]), dove l’artista rielabora le suggestioni manieristiche di Jacopo Zucchi in chiave teatralmente barocca, esitata a 56.350 (lotto 750), e un “Volto di Cristo” di un pittore umbro attivo nei primi anni del XVI secolo, che potremmo identificare con Giovanni di Pietro detto Lo Spagna (dopo il 1450 – Spoleto 1528) (lotto 770), battuto a 50.100 euro.

Da segnalare inoltre una delicata tecnica mista su pergamena di un artista della cerchia di Joris Hoefnagel (Anversa 1542 – Vienna 1600) raffigurante “Nettuno e Anfrite”, dove si riconosce lo stemma di Rodolfo II d’Asburgo, imperatore del Sacro Romano Impero (lotto 601), e un “San Giuseppe col Bambino” di Giovanni Battista Pittoni, entrambi venduti a 32.600 euro (lotto 769).

La tela “Non uccidere” di Karl Wilhelm Diefenbach (Hadamar 1851 – Capri 1913)  – esponente indipendente dell’Art Nouveau e del Simbolismo – dai cupi richiami simbolici, è stata la protagonista della sezione dedicata al XIX secolo (lotto 850), aggiudicata a 27.600 euro, davanti all’esotico “Brummana dal monte Libano, figure e dromedari alla fonte” del parigino Antonie Alphonse Montford (1802 – 1884) esitato a 23.850 euro (lotto 937), e “Il gioco della pallacorda” di Clementine Helen Dufau, una grande che incanta per la grazia decorativa che fonde la sinuosità dei corpi ad una natura gioiosa e lussureggiante (lotto 907), battuta a 14.000 euro.

Il totale della vendita di “Argenti, Avori, Icone e Oggetti d’Arte Russa” del 30 giugno e 1 luglio 2020 è stato di 1.062.045 euro, con una percentuale di venduto per lotto del 79.4% e per valore del 241.6%

Migliore aggiudicazione per un lotto di oggetti russi, in argento e smalti, avorio, brillanti e diaspro rosso del XIX secolo (lotto 390) esitato a 52.600 euro, seguita da una icona del XX secolo raffigurante Santa Elisabetta con basma in metallo parzialmente dorato (lotto 456), battuta a 37.600 euro, e da una lampada alla fiorentina in argento maltese del XVIII secolo, cesellata dall’orafo V. Grech (lotto 179) aggiudicata a 30.100 euro.

Sono sicuramente da segnalare la coppia di imponenti porta champagne realizzate a Londra nel 1807 dall’orafo B. Smith II, dal peso totale di oltre sette kilogrammi, vendute a 27.600 euro (lotto 196), lo spettacolare tankard in argento parzialmente dorato realizzato dall’orafo A. Zaitsev nel 1749 , che poggia su a tre eleganti piedini sferici, e nel corpo cilindrico sono incise tre scene in edicole circolari, la prima raffigurante “Dalila che taglia i capelli a Sansone”, la seconda che racconta il “Figliol prodigo che vive da dissoluto”, e la terza con la “Partenza del Figliol prodigo”. La ricca decorazione è impreziosita, infine, dalla decorazione incisa del coperchio con la scena del “Profeta Natan che rimprovera il re Davide” (lotto 342), battuto a 22.600 euro, ed infine, il secchiello per il ghiaccio con l’arma araldica dei Lanza di Trabia, realizzato a Napoli nel 1771 (lotto 176), esitato a 21.350 euro.

Grazia Biscontini Ugolini è stata non solo una studiosa importante (ed una guida ed esempio per non pochi ricercatori più giovani) ma anche donna di grandi doti personali: una grande signora, che ha saputo unire un impeccabile “uso di mondo” ad una rara grazia e ad una semplicità capace di accattivarsi, oltre che la stima, l’affetto di tutti coloro che l’hanno conosciuta. La sua raccolta, frutto di acquisti degli ultimi 50 anni, comprende infatti anche ceramiche acquistate da altri membri della famiglia (molte altre, è noto, sono state destinate dagli Ugolini al pubblico godimento), e può essere ordinato in tre filoni principali: la maiolica rinascimentale, le produzioni compendiarie, ed infine le maioliche, per lo più pesaresi, tra XVIII e XX secolo.

Assoluto mattatore della vendita di “Maioliche e Porcellane” del 1 luglio 2020 il piatto istoriato, e “a lustro”, uscito dalla bottega di Mastro Giorgio Andreoli nel 1531 (lotto 702), che andrà ora più precisamente attribuito alla mano del cosiddetto “Pittore del bacile di Apollo” e decorato con “Dante e Virgilio guardano il conte Ugolino e l’Arcivescovo Ruggieri” è stato battuto a 125.100 euro. Egregio risultato per un importante gruppo in biscuit della manifattura di Napoli della fine del XVIII secolo raffigurante “Laoconte” (lotto 840), aggiudicato a 37.600 euro, un piatto in maiolica policroma della bottega urbinate dei Fontana, del 1545 circa, raffigurante il “Rapimento di Europa” (lotto 703), e un piatto della stessa bottega ma del 1560 circa, con un paesaggio e con lo stemma dei Salviati, entrambi aggiudicati a 18.850 euro (lotto 704).

Il 9 luglio a Milano, si è tenuta la vendita di Arte Moderna e Contemporanea che ha totalizzato 583.641 euro, con una percentuale di venduto per lotto del 54.4% e per valore del 180.4%.

La Battaglia del 1949 di Giorgio De Chirico è l’opera che ha suscitato il maggiore interesse con un’aggiudicazione di 125.100 euro (lotto 76), un dipinto tipico degli anni della guerra – quando per il Pictor Optimus diventa più assidua la ricerca sui maestri dell’arte antica che lo porta ad eseguire d’apres da  Tiziano, Rubens, Delacroix, Watteau, Fragonard e Courbet – dove guerrieri e i cavalli sono protagonisti di storia d’avventura che appare sospesa tra sogno e veglia, tra realtà e teatro.

Ottimo esito per una delicata gouache (cm 24 x 31,5) del 1918 di Juan Gris, che per il critico Bruno Corà “(…) Come altre opere degli anni 1917-1920 segna il passaggio a una essenzialità e classicità di linee e rapporti cromatici pienamente raggiunti nella sua tensione poetica che, come aveva detto Apollinaire, «non chiedeva di dipingere più che le forme materialmente pure (…)» (lotto 23), battuta a 62.600 euro.

Una tecnica mista su carta applicata su tela di Alexander Calder del 1970 (Composition), dall’acceso cromatismo e dal tratto essenziale e giocoso dell’artista americano, è stata venduta a 37.600 euro (lotto 63), mentre un bellissimo disegno architettonico di Antonio Sant’Elia del 1914, dove le aspirazioni di progresso del Futurismo diventano lo spazio della città moderna del XX secolo (lotto 7), e un dinamico dipinto di Tato del secondo futurismo (1938), intitolato “Dinamismo aereo in fantasie tricolorate” dove l’artista crea una scena dall’impianto compositivo e coloristico di rara efficacia con una inusuale vista dall’alto in basso (lotto 10), sono stati entrambi aggiudicati a 22.600 euro.

Il catalogo “Forme” che il 14 luglio presentava il meglio del Design del XX secolo, ha raggiunto un totale 592.241 euro, con una percentuale di venduto per lotto del 62,7% e per valore 179,7%.

Top lot dell’asta una rara lampada da terra di Max Ingrand prodotta per Fontana Arte nel 1956 circa, in ottone, cristallo satinato, curvato e molato (lotto 96), battuta a 30.100 euro.

Ettore Sottsass era presente con pezzi iconici della lunga e creativa vicenda creativa: uno specchio da parete per Santamborgio & De Berti degli anni ’50 (lotto 39), battuto a 16.340 euro, il divano modello Califfo per Poltronova del 1964 circa (lotto 176), e la consolle modello Demistella prodotto da Up & Up nel 1985 circa (lotto 254) esitate entrambe a 4.475 euro.

Una coppia di poltrone mod. Fiorenza di Franco Albini per Artflex degli anni ’50 (lotto 112) è stata acquistata a 16.350 euro, ed una importante credenza da soggiorno di Paolo Buffa e Giuseppe Anzani decorata con “Odissea – l’isola di Ea”, in legno di sicomoro, intarsi in essenze nobili, pergamena e fusione di bronzo (lotto 127) a 10.725 euro.

Di estrema eleganza, di Franco Albini, la poltrona a dondolo modello PS. 16 per Poggi del 1956 circa (lotto 63) battuta a 6.100 euro, e di Ico Parisi una coppia di poltrone modello 865 di Cassina del 1955 circa (lotto 87) esitate a 15.700 euro. Le cinque poltrone che comprendevano i lotti 86-88 insieme hanno raggiunto 35.900 euro.

Da segnalare l’ottimo risultato di due rari oggetti progettati da Marcello Piacentini negli anni ’40: la lampada da terra in legno di noce e cristallo molato (lotto 60), venduta a 2.600 euro, e dello stesso periodo, una lampada a sospensione con inclinazione variabile (lotto 61), battuta a 2.210 euro.

Max Ingrand, grande maestro del vetro del XX secolo e icona del marchio Fontana Arte – di cui fu direttore tra gli anni Cinquanta e Sessanta – era presente con tre pezzi di misurata bellezza: la lampada a sospensione modello 2098 degli anni ’60 (lotto 91), esitata a 5.350 euro, la lampada a sospensione modello 1748 degli anni ’50 (lotto 95) aggiudicata a 8.225 euro, ed infine, la lampada da tavolo modello 2278, del 1960 circa (lotto 119), battuta a 5.300 euro.

Le aste di Gioielli e Orologi tenutesi nei prestigiosi spazi dell’Hôtel Métropole di Monte Carlo il 28 luglio hanno, infine, totalizzato insieme 1.440.484 euro, con una percentuale di venduto per lotto del 62.2% e per valore del 166%

La singola vendita di Gioielli ha raggiunto 1.108.683 euro con una percentuale di venduto per lotto del 62.9% e per valore del 178%

Migliore aggiudicazione per una collana e un bracciale in oro, rubini e diamanti anni Quaranta, firmati da Sortirio Bulgari – fondatore della maison (nato in Grecia con il nome di Sotiris Boulgaris). Entrambi sono realizzati con una maglia a tubo gas e decorati con grappoli in sfere di rubini cabochon e brillanti (lotto 191), aggiudicati a 102.000, che precede un anello con diamanti taglio a rosa  che ornano uno zaffiro taglio cuscino di 21,50 cts proveniente dallo Sri Lanka del 1920 (lotto 207), esitato a 93.000 euro. Sempre di Bulgari una spettacolare collana in oro e monete del 1975, realizzata a doppia catena con anelli tondi e piatti, al quale sono applicati nella parte frontale dieci antiche dracme persiane in argento disposte a grappolo (lotto 193) è stata battuta a 66.000 euro.

Iconica e amata dalle star di Hollywood la spilla “Wrapped Heart” firmata da Verdura, in oro, acquamarina e diamanti (lotto 228), la cui creazione risale al giorno di San Valentino del 1940, che rimane uno degli oggetti più romantici di Fulco Santostafano della Cerda, Duca di Verdura (1898 – 1978), nato a Palermo da un’aristocratica famiglia e protagonista della  creatività e dell’high society di mezzo mondo dai ruggenti anni Venti agli iconici anni Cinquanta, è stata venduta a 39.680 euro.

La seconda parte del catalogo monegasco era dedicata agli Orologi che ha ottenuto 331.801 euro, con una percentuale di venduto per lotto del 60% e per valore del 135,5%

Top lot di questa ricercata sezione un Rolex Cronograph con quadrante nero pulsanti oliva Ref. 2508, oro giallo, del 1936 circa (con dedica al pluridecorato militare del Regno d’Italia Raffaele Pelloni) (lotto 356), battuto a 66.600 euro, seguito da un Rolex Cronograph Daytona Ref. 6239 del 1967 (lotto 364), esitato a 48.260 euro, e da un’elegante Patek Philippe da polso in oro giallo, modello Perpetual Calendar  con Ref. 3940J,  del 1988 (lotto 322), aggiudicato a 29.760 euro

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