La modernità è sempre un confronto

La modernità è sempre un confronto

Nell’asta milanese di Arte Moderna e Contemporanea  saranno presentati gli intensi ritratti di Osvaldo e Annetta Pardo di Giacomo Balla, rispettivamente del 1905 e 1906 (lotti 85-86, con una quotazione per la figura maschile di 45.000 – 55.000 euro,  e per quella femminile di 26.000 – 32.000 euro), dove il delicato divisionismo dell’artista torinese nei dettagli d’ambiente anticipa la scomposizione della forma dell’imminente stagione futurista. Balla ritrae la signora Pardo per sostituire temporaneamente il quadro “Lettura della mamma”, richiesto per la mostra degli Amatori e Cultori del 1906. Elica Balla ricorda: “Ancora nel 1906, mentre è a far visita al suo amico Osvaldo Pardo vede la moglie di lui vicina alla finestra, il bel volto dolce è per metà in ombra, ma riflesso dal damasco rosso che ricopre il vano della finestra”.
In questi anni Osvaldo Pardo è un vero mecenate per Balla: gli commissiona anche due ritratti della moglie Annetta, da sola e con la figlia; acquista alcuni quadri come “L’atrio di Villa Doria Pamphilj, e poi, “La fanciulla di Anzio”, “La signorina Villa Borghese” e il bozzetto di “Affetti”. È il proprietario di un negozio di arredamento al Tritone dove Balla terrà una mostra personale nel 1915.
Geniale nel suo colto gioco surrealista tra memoria e casualità degli oggetti nella tecnica mista in tessuto, corde e pomelli su tavola di Man Ray, intitolata “Boardwalk”, concepita nel 1917 editata nel 1973 in nove esemplari (lotto 102, stima 18.000 – 22.000 euro)
Una serigrafia e colori di Andy Warhol del 1975 con tiratura a 250 esemplari raffigurante Mick Jagger (lotto 111, stima 45.000 – 55.000 euro) ed una su Lenox Museum board con una bottiglia di “Chanel” del 1985 (lotto 114, stima 75.000 – 95.000 euro) rappresentano al massimo il fascino glamour dai colori accesi e spettacolari del maestro della Pop Art americana.
Peter Beard oltre ad essere un fotografo è soprattutto un viaggiatore nomade che fin da giovanissimo usa i diari come memoria in progress della sua vita di cittadino del mondo. Ogni opera è una stratificazione di un momento che egli cristallizza con appassionato vitalismo. Nel 1961 conosce in Danimarca Karen Blixen che aveva scritto “La mia Africa” con struggente passione per quel continente che gli aveva regalato primordiali emozioni e ricordi assoluti, e nel 1962 si trasferisce nell’Hog Ranch in Kenia vicino alla casa della grande scrittrice danese.
Nella stampa su gelatina ai sali d’argento, collage, sangue, con iscrizioni dell’artista intitolata “I’ll write whenever I can, Koobi Flora Lake Rudolf, Kenya” del 1965 (lotto 123, stima 45.000 – 55.000 euro), riusciamo a cogliere quell’emozione per una natura selvaggia tanto amata da Truman Capote.
Per Renato Guttuso l’impegno umano, civile e artistico rimangono sempre indissolubili. Per l’artista siciliano è un dovere intervenire in prima persona negli avvenimenti contemporanei.
La Sicilia è realtà e mito, anima e carne, travolgente passione e disincanto abissale. “Un artista parla solo delle cose che conosce, delle cose che sa, delle cose con le quali ha vissuto una comunione profonda da sempre, da quando non era neppure cosciente. Quindi il mio legame con la Sicilia è così profondo che viene fuori. (…) Quando si dice qualche cosa di vero, di profondo, questo diventa sempre universale. Il cuore umano ha una parte universale”.
La battaglia che Garibaldi guidò nella piana di Ponte dell’Ammiraglio, vicino Palermo il 27 maggio 1860 contro l’esercito borbonico, è un’opera paradigmatica del 1946-47 in cui Renato Guttuso vuole raccontare quali erano stati ideali di lotta e di libertà che avevano guidato la Resistenza partigiana e condotto infine alla liberazione dell’Italia dal Nazifascismo.
Degli innumerevoli studi preparatori il bozzetto che sarà presentato in asta è l’ultimo e il più vicino alla versione finale, che sarà presentata alla Biennale di Venezia del 1952, suscitando polemiche e critiche feroci da più parti (lotto 97, stima 60.000 – 80.000 euro). Ne seguirà una seconda versione, realizzata per l’Istituto Studi Comunisti Palmiro Togliatti, oggi in collezione della Galleria Nazionale di Roma.
Il risultato è un capolavoro nel quale autobiografia e piena partecipazione si coniugano in un realismo sociale capace di emozionare per il suo stile enfatico e diretto.
Sono sicuramente da segnalare un olio su masonite di Bruno Munari del 1955, intitolato “Negativo – Positivo” (lotto 84, stima 5.000 – 7.000 euro), un delicato vaso di fiori con delle sensuali “Dalie bianche” di Giacomo Balla degli anni ’30 (lotto 87, stima 22.000 – 26.000 euro), e un acquarello di impalpabile bellezza di Giorgio Morandi del 1960 che rivela come la sua arte è fatta di impercettibili variazioni di sublime che si rivela per brevi ma indimenticabili pennellate (lotto 91, stima 70.000 – 90.000 euro).
Infine, una matita su carta applicata su tela di Balthus intitolata Nue allongèe del 1974, dove l’artista francese incontra il fascino acerbo di un corpo femminile con quella grazia ambigua e proibita che è tipica del suo stile (lotto 101, stima 30.000 – 40.000 euro).

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