139
A VENICE PORCELAIN ARMORIAL CUP AND SAUCER, 1720-1727; SLIGHTLY WORN MAINLY THE GILT
a campana e decorata con arma araldica di Pietro Ottoboni; qualche usura soprattutto all'oro
Marca di fabbrica
Alt. cm 7,8, diam. piattino cm 12,9
Marca di fabbrica
Alt. cm 7,8, diam. piattino cm 12,9
ESTIMATE € 7.000 - 9.000
Il servito al quale appartiene questa porcellana è stato studiato per primo da Francesco Stazzi (F. Stazzi, Porcellane della casa eccellentissima Vezzi, Milano, 1967, tav. XXXVIII) che individuava l'arma della famiglia Ottoboni, pubblicando una delle due tazze con piattino oggi al Museo Civico di Torino.
Nel 1998 Luca Melegati (L. Melegati, Giovanni Vezzi e le sue porcellane, Milano 1998, scheda 5, pag. 58) pubblicava a sua volta l'esemplare en suite al Musée National de Ceramique de Sèvres (anche esso uno dei due presenti nella collezione) proponendo una datazione intorno al 1724, legata all'uso della policromia e sottolineando come il cappello del porporato portasse un numero di nappe inferiore a quello corretto, un dato comune nelle rappresentazioni araldiche ecclesiastiche fino al pontificato di Pio VI alla fine del XVIII secolo.
Pietro Ottoboni diventa cardinale nel 1689 e muore nel 1740, due date di poca utilità, purtroppo, per la datazione precisa delle nostre porcellane. Più recentemente il servito è stato studiato da Andreina D'Agliano in occasione della collezione Lokar (A. D'Agliano, op. cit., scheda 12, pagg. 38-39) nel tracciare la storia critica di questo insieme la studiosa sottolineava come D'Azeglio identificasse lo stemma come un'arma vescovile, collegandola quindi a Giovanni Minotto Ottoboni (1667-1740) vescovo di Padova. Le armi di questo ecclesiastico però risultano variate rispetto a quelle qui dipinte. A conferma dell'attribuzione proposta della proprietà o della committenza, d¿Agliano ricorda una pubblicazione del 1708 (anno in cui Ottoboni era già cardinale), 'l'Introduzione all'Oratorio della Passione di Nostro Signor Gesù Cristo, posta in Musica dal Signor Pietro Paolo Bencini e dall'Eminentissimo e reverendissimo Cardinale Pietro Ottoboni, Vicecancelliere di Santa Chiesa' nel quale lo stemma Ottoboni appare identico. A differenza di Melegati, D'Agliano suggerisce una datazione per la realizzazione del servizio al 1726, data del rientro a Venezia del cardinale, basandosi sulla vicinanza con la tazza con piattino, oggi perduta, decorata con le armi di Augusto II di Polonia e databile per via documentaria al 1727.
Nel 1998 Luca Melegati (L. Melegati, Giovanni Vezzi e le sue porcellane, Milano 1998, scheda 5, pag. 58) pubblicava a sua volta l'esemplare en suite al Musée National de Ceramique de Sèvres (anche esso uno dei due presenti nella collezione) proponendo una datazione intorno al 1724, legata all'uso della policromia e sottolineando come il cappello del porporato portasse un numero di nappe inferiore a quello corretto, un dato comune nelle rappresentazioni araldiche ecclesiastiche fino al pontificato di Pio VI alla fine del XVIII secolo.
Pietro Ottoboni diventa cardinale nel 1689 e muore nel 1740, due date di poca utilità, purtroppo, per la datazione precisa delle nostre porcellane. Più recentemente il servito è stato studiato da Andreina D'Agliano in occasione della collezione Lokar (A. D'Agliano, op. cit., scheda 12, pagg. 38-39) nel tracciare la storia critica di questo insieme la studiosa sottolineava come D'Azeglio identificasse lo stemma come un'arma vescovile, collegandola quindi a Giovanni Minotto Ottoboni (1667-1740) vescovo di Padova. Le armi di questo ecclesiastico però risultano variate rispetto a quelle qui dipinte. A conferma dell'attribuzione proposta della proprietà o della committenza, d¿Agliano ricorda una pubblicazione del 1708 (anno in cui Ottoboni era già cardinale), 'l'Introduzione all'Oratorio della Passione di Nostro Signor Gesù Cristo, posta in Musica dal Signor Pietro Paolo Bencini e dall'Eminentissimo e reverendissimo Cardinale Pietro Ottoboni, Vicecancelliere di Santa Chiesa' nel quale lo stemma Ottoboni appare identico. A differenza di Melegati, D'Agliano suggerisce una datazione per la realizzazione del servizio al 1726, data del rientro a Venezia del cardinale, basandosi sulla vicinanza con la tazza con piattino, oggi perduta, decorata con le armi di Augusto II di Polonia e databile per via documentaria al 1727.
LOTS
102
A TURIN BLU AND WHITE MAIOLICA DISH, FIRST HALF 18TH CENTURY; WORN, DEFECTS AND A RESTORATION
A TURIN BLU AND WHITE MAIOLICA DISH, FIRST HALF 18TH CENTURY; WORN, DEFECTS AND A RESTORATION
ESTIMATE € 800 - 1.200
111
A CALTAGIRONE MAIOLICA VASE, HALF 18TH CENTURY; WORN AND DEFECTS, THE FOOT RESTORED
A CALTAGIRONE MAIOLICA VASE, HALF 18TH CENTURY; WORN AND DEFECTS, THE FOOT RESTORED
ESTIMATE € 900 - 1.100