La primavera sboccia tra Arredi, Ceramiche, Dipinti Antichi e del XIX secolo

La primavera sboccia tra Arredi, Ceramiche, Dipinti Antichi e del XIX secolo

La stagione delle aste primaverili di Wannenes prende il via nella sede di Genova il 3-4 marzo con la vendita di Arredi, Ceramiche, Sculture e Oggetti provenienti questa volta “Dalle collezioni di una gentildonna del Principato di Monaco”: un catalogo da raffinato connoisseur internazionale che conferma il legame di Wannenes con Monte Carlo dove ormai da due anni la casa d’aste italiana – unica con una sede all’estero – organizza in partnership con Art Contact, vendite all’incanto dedicate ai beni di lusso, auto e gioielli.
Tra gli oggetti da wunderkammer in catalogo ci saranno sei pannelli a scagliola del XVIII-XIX secolo raffiguranti vedute romane con cornice in legno dorato e finto porfido (lotto 35, stima 12.000 – 15.000 euro), un crocifisso da altare in rame dorato, corallo e smalti, realizzato da maestranze trapanesi alla metà del XVII secolo (lotto 216 bis, stima 8.000 – 12.000 euro), e da un’aquila in argento dorato, smalti, pietre dure e cristallo di rocca di fattura viennese della fine del XIX secolo (lotto 215, stima 2.000 – 3.000 euro).
Per chi è a caccia di lotti rari e originali si segnala un automa musicale francese della seconda metà del XIX secolo con scimmiette in posa di pittore intente a ritrarre una giovane nobildonna sotto un pergolato fiorito (lotto 484, stima 2.000 – 3.000 euro), e ancora una coppia di figure in avorio e legno su basi lignee del XIX-XX secolo raffiguranti un nobiluomo con bouquet di fiori ed una nobildonna in atteggiamento amoroso (lotto 189, stima 1.500 – 2.500), e una placca in marmi diversi, pietre dure e tenere policrome del XVII – XVIII secolo raffigurante una composizione a rilievo con alzata, frutta e farfalla, entro una cornica antica in legno intagliato e dorato (lotto 21, stima 2.000 – 3.000 euro).
Per quanto riguarda le Ceramiche europee sarà presentato una delle più corpose selezioni (circa 30 lotti) di figure bianche e colorate uscite dalle manifatture Cozzi, Antonibon e Ginori, un raffinato gruppo in biscuit della manifattura di Napoli del 1790 circa, raffigurante il “Giudizio di Paride” realizzato da un modello di Filippo Tagliolini (lotto 596, stima 2.800 – 3.200 euro), una collezione di vasi dall’antico del XIX-XX secolo (lotti 335-347), e una coppia di grandi figure di biscuit di manifattura francese del XIX secolo raffiguranti personaggi celebri (lotto 597, stima 1.200 – 1.800 euro)
Il 5 marzo si prosegue con i “Dipinti Antichi e del XIX secolo”, il catalogo presenta una selezione di opere di sicuro interesse collezionistico come la dolente “Crocefissione con San Domenico e un devoto” del bolognese Orazio di Jacopo (Bologna 1385 circa – 1449), una tempera e oro su tavola (lotto 969, stima di 8.000 – 12.000 euro), o il naturalismo caravaggesco napoletano con chiari influssi del Velasquez giovanile nella “Natura morta” di Giovan Battista Recco (Napoli 1615 – 1660), dove l’artista indaga attraverso un sapiente uso della luce, coglie la sostanza fisica e simbolica degli oggetti disposti in primo piano e sul rustico tavolo da cucina, con una sensibilità plastica e coloristica che sottolinea una similitudine al mondo poetico di Jusepe de Ribera (lotto 768, stima 8.000 – 12.000 euro).
Emerge un splendido studio preparatorio di Giovan Battista Langetti (Genova 1635? – Venezia 1676) del “San Gerolamo e l’angelo” del Museum of Art di Cleveland (lotto 938, stima 4.000 – 7.000 euro), dove si coglie la cura al dettaglio del bozzetto che appare opera in sé al di la della sua funzione di presentazione dell’opera finita. E ancora, un “Compianto di Abele” di un pittore napoletano forse identificabile con il Maestro di Fontanarosa, alias Giuseppe di Guido (Napoli 1590 – 1656) (lotto 707, stima 3.000 – 5.000 euro); una “Natura morta con funghi, brocca e pane” da riferirsi alla maturità di Felice Boselli (Piacenza 1650 – Parma 1732) – tra il 1700 e il 1710 – che spicca per le pennellate ricche di pasta pittorica e tinte calde rese brillanti da sapienti giochi di luce (lotto 784, stima 7.000 – 10.000 euro).
Facendo un passo indietro alla fine del Quattrocento fiorentino, è da riferirsi allo Pseudo Pier Francesco Fiorentino – attivo a Firenze nell’ultimo quarto del XV secolo – la “Madonna col Bambino e San Giovannino” che tanto ricorda la maniera di Lippi e Pesellino (lotto 788, stima 50.000 – 60.000 euro).
Sapiente la costruzione prospettica cadenzata da armoniche quinte sceniche nel “Paesaggio fluviale con cascata e figure” di Pieter Mulier detto il Tempesta (Haarlem 1637 – Milano 1701) (lotto 884, stima 15.000 – 25.000 euro).
Estremamente rare per la fragilità del supporto le cinque pergamene di Giovan Battista Castello detto il Genovese (Genova 1547-1637) raffiguranti gli episodi della vita della Vergine (lotti 951-955, tutte con la stima di 2.000 – 3.000 euro) e tre di Geronimo Castello (Genova 1589 circa – 1643), raffiguranti “San Giorgio uccide il drago” il “Martirio di San Sebastiano” e “L’icona di Santa Maria Maggiore appare a San Giorgio Magno (lotti 956-958, con una quotazione per tutte di 2.000 – 3.000 euro).
Per i Dipinti del XIX secolo sono da segnalare di Federico Andreotti (Firenze 1847 – 1930) un “Mazzo di fiori con tulipani rossi” e un “Mazzo di fiori con rose” (lotti 1055-1056, quotati entrambi 800 – 1.200 euro), di due piccole tele di Giuseppe Palizzi (Lanciano 1812 – Passy 1888) che rappresentano i “Giochi fra caprette nel prato” e gli “Animali nell’altopiano”, che saranno presentati con una quotazione di 2.000 – 3.000 euro (lotto 1037), la stessa valutazione richiesta per due olii su tela di Antonio Pitloo (Arnhem 1790 – Napoli 1837) che ritraggono un “Paesaggio boschivo” e gli “Alberi nella campagna romana” (lotto 1038).
Infine sono segnalare una grande “Veduta di Palermo dal mare” di un pittore del XIX secolo che mostra una magnifica vista della costa siciliana con il monte Pellegrino che si staglia sulle acque cristalline solcate da eleganti velieri (lotto 1065) e un sorridente quanto spontaneo “Volto di donna” di Aleandro Terzi (Palermo 1879 – Castelletto Ticino 1943), uno dei maestri del manifesto italiano, promotore nel 1913 della Secessione Romana con magnifiche opere divisioniste (lotto 1083, stima 3.000 – 4.000 euro).

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