1
PITTORE BOLOGNESE DEL XVII SECOLO
Ritratto di giovane
Olio su tavola, diam. cm 21,5
Il dipinto presenta aspetti tipicamente emiliani e simili per espressione alle opere di Guido Reni. A questo proposito è interessante cogliere le similitudini con il David che l'artista propone nel celebre dipinto del Louvre da cui sono nate diverse versioni, come la redazione del Ringling Museum anch'essa a figura intera attribuita al Gessi. La tavola qui presentata esprime una buona qualità di esecuzione ed una raffinata stesura filamentosa; la datazione è indubbiamente seicentesca.
ESTIMATE € 400 - 600
2
PITTORE DEL XVII-XVIII SECOLO
Puttino con natura morta di fiori
Olio su lapislazzulo, cm 9,5X8
Un putto alato siede su un basamento marmoreo e modanato all'antica, con le mani sorregge una conchiglia e una piccola canna con cui soffia bolle di sapone. Il braccio poggia su un teschio a sua volta posto su un libro da cui fuoriesce un cartiglio, mentre accanto, sul piano di pietra, si nota un elegante vaso fiorito da cui spicca un tulipano rosso. Nella raffinata composizione allegorica si esprime il tema della Vanitas, soggetto molto amato dagli artisti nordici e dall'arte barocca italiana. Presumiamo che l'autore sia attivo a Roma, ipotesi corroborata dalla preziosità del supporto, ma non escludiamo l'idea di un artista di ambito fiorentino, fermo restando che una attribuzione per queste opere è sempre di estrema difficoltà. E' tuttavia interessante indicare la similitudine illustrativa del nostro dipinto con la composizione di Luigi Miradori conservata alla Pinacoteca Ala Ponzone a Cremona, che, come suggerito da Mina Gregori, trova corrispettivi in alcune incisioni di Goltzius di cui una ispirata da un disegno di Agostino Carracci.

Bibliografia di riferimento:

M.Marubbi, in 'La Pinacoteca Ala Ponzone. Il Seicento', Milano 2007, p. 187, n. 185
ESTIMATE € 500 - 800
3
PITTORE FIAMMINGO DEL XVII-XVIII SECOLO
Natura morta con insetti
Tempera su tavola, cm 11X13
La tavola riprende un tema iconografico di straordinario successo, inaugurato da Jan van Kessel il Vecchio (1626-1679). Una simile composizione si trovava già in Collezione Böhler a Lucerna (1948) e in seguito alla Schaeffer Gallery di Ney York (1950). É interessante notare come in questa dettagliata descrizione entomologa vi siano diverse specie di insetti d'origine extraeuropea, a sottolineare la particolare e variegata cultura dell'artista e la sua attività di illustratore scientifico. Detto ciò, l'opera è di notevole piacevolezza e partecipe di quel filone collezionistico da gabinetto delle meraviglie tipico dell'età barocca.
ESTIMATE € 1.000 - 1.200
4
PITTORE DEL XVII SECOLO
Vaso fiorito
Olio su tela, cm 75X60
Il rigoglioso vaso fiorito costituito da tulipani, rose, anemoni, lilium e iris esprime una cultura pittorica barocca e una rilevante qualità d'esecuzione. Il confronto stilistico più appropriato è con le opere di Mario Nuzzi (Roma, 1603-1673) e in modo particolare con le creazioni riferibili alla giovinezza e prima maturità dell'artista, attorno agli anni 1635-1640, quando ancor forte è l'influenza dettata dalle opere di Tommaso Salini. I marcati contrasti chiaroscurali e la precisa descrizione delle singole essenze inserite nel vaso di vetro evidenziano una peculiare elaborazione degli archetipi di cultura caravaggesca a partire dalla caraffa di fiori menzionata dal Bellori. La superficie trasparente del recipiente e dell'acqua consentono altresì di osservare i gambi deformati con un virtuosistico gioco di riflessi generati dalla luce che attraversa il vetro ed illumina la composizione che si staglia sullo sfondo ocra, mentre le ombre riportate sul piano di pietra grezza accentuano l'illusione della profondità.
ESTIMATE € 1.200 - 1.500
5
GIUSEPPE NUVOLONE e BOTTEGA
(Milano, 1619 - 1703)
Resurrezione di Lazzaro
Olio su tela, cm 119X161
Membro della dinastia di pittori che ebbe come capostipite Panfilo (Cremona, 1581 -1651) e il fratello Francesco (Milano, 1609-1662), Giuseppe esprime un'armonia di tinte e una maggiore complessità narrativa. Il dipinto in esame descrive il famoso episodio evangelico della Resurrezione di Lazzaro ed evidenti sono gli stilemi dell'artista, qui influenzati da esempi figurativi emiliani e genovesi. La stesura morbida, giocata su delicate sfumature e tonalità cromatiche, è altresì caratterizzata da un'apprezzabile dolcezza luministica, che offre una peculiare armonia scenica di gusto classicistico, di eredità rinascimentale veneta e lombarda, qui applicata con le inclinazioni visionarie e meditative del coevo clima culturale milanese attorno alla metà del secolo.

Bibliografia di riferimento:

F. M. Ferro, 'Nuvolone, una famiglia di pittori nella Milano del '600', Cremona 2003
ESTIMATE € 2.000 - 3.000
6
GIOVANNI RAFFAELE BADARACCO
(Genova, 1645 - 1717)
Morte di Seneca
Olio su tela, cm 250X336
Attribuito da Camillo Manzitti a Giovanni Raffaele Badaracco, questa tela di dimensioni parietali raffigura l'episodio della morte di Seneca narrata negli annali di Tacito. La teatrale costruzione scenica di marcato gusto barocco testimonia le asserzioni del Ratti circa la formazione romana del pittore, recentemente delineata dagli studi di Loredana Lorizzo dedicati al mercante di quadri genovese attivo nella Città Eterna, Pellegrino Peri. Tuttavia, la poliedrica cultura dell'artista è ben documentata dal biografo, che lo indica quale allievo del Maratta, seguace della maniera del Cortona, che dopo otto anni di studio a Roma, passò a Napoli e poi a Venezia prima di far ritorno in patria. Detto ciò, sorprende il silenzio delle fonti riguardo la nostra opera, certamente destinata ad una quadreria privata ma le cui imponenti dimensioni suggeriscono una commissione di altissimo prestigio. La tela mostra una marcata aderenza alla cultura genovese, segnatamente al fare del Piola, soprattutto nella robusta tavolozza, nell'intensità dei rapporti di contrasto e nella scioltezza pittorica, tuttavia nella sua classicità narrativa il ritmo risponde bene ai dettami classicisti capitolini, in analogia con il 'Suicidio di Lucrezia', conservata a Palazzo Bianco che, databile all'ottavo decennio, offre un interessante corrispettivo cronologico, anche se in questa sede non escludiamo una datazione più arcaica. Supporta questa ipotesi il confronto con le opere tarde, di valenza più decorativa e con le figure colte in pose immote e di segno quasi seriale come si evince osservando la 'Continenza di Scipione' dell'Oratorio dei Rossi a Gavi Ligure da collocare ad una età ormai settecentesca (Di Fabio). Al nostro periodo si possono invece agevolmente accostare le tele pubblicate recentemente da Anna Orlando raffiguranti 'La veste di Giuseppe mostrata a Giacobbe' e 'Il Giudizio di Salomone', quanto mai cortonesche nei modi e genovesi per gusto.

L'opera è corredata da una scheda critica di Camillo Manzitti.

Bibliografia di riferimento:

R.Soprani - C. Giuseppe Ratti, 'Vite de' pittori, scultori ed architetti genovesi', Genova 1768-1769, vol. II, pp. 69-73

M. Newcome Schleier, 'Raffaello Badaracco', in 'Antichità Viva', 19 (1980), n. 2, pp. 21-27

C. Di Fabio, 'Gio Raffaele Badaracco. Qualità e industria', in 'Bollettino dei Musei Civici Genovesi', 14 (1992), n. 40-42, pp. 61-91

A.Orlando, 'Dipinti Genovesi dal Cinquecento al Settecento. Ritrovamenti dal collezionismo privato', Torino 2010, pp. 29 - 30
ESTIMATE € 4.000 - 6.000
7
PITTORE FRANCESE DEL XVIII SECOLO
Veduta costiera con figure e nave in riparazione
Olio su tela, cm 57X71
I dipinti per i caratteri di stile e scrittura si attribuiscono ad un autore settecentesco e appare evidente la genesi illustrativa dagli esempi di Vernet ma è altrettanto chiara l'influenza italiana. Infatti, oltre al Vernet è possibile percepire la conoscenza della pittura romana di paesaggio e a tal proposito ci viene incontro la citazione architettonica memore di Castel Sant'Angelo visibile nella tela 'a pendant', ma anche il gruppo di figure che fanno il bagno ricordano gli esempi illustri del paesismo emiliano di stanza capitolina. Il risultato è una creazione dal raffinato valore decorativo, ben eseguita e la qualità si percepisce osservando i brani di figura, risolti a macchia e di corrette proporzione rispetto allo spazio scenico. Dal punto di vista generale è possibile ipotizzare che l'autore sia attivo in ambito napoletano e altresì a conoscenza delle opere di Carlo Bonavia e Francesco Fidanza. Resta indubbia, però, la chiara matrice vernettiana, in modo particolare se confrontata con la serie dedicata al Golfo di Napoli conservata al Louvre e realizzata dal maestro nel 1748. Una possibile ipotesi attributiva è quella di riconoscere l'autore in Lacroix de Marseille, documentato a Napoli nel 1757, le cui opere presentano diversi punti di contatto con queste in esame.
ESTIMATE € 2.000 - 3.000
9
PITTORE DEL XVIII SECOLO
Ritratto di Maria Teresa d'Austria
Olio su tela, cm 90X69
Il dipinto raffigura Maria Teresa d'Austria (Vienna, 1717 - 1780), che fu Arciduchessa regnante d'Austria, Regina apostolica d'Ungheria, Regina regnante di Boemia, Croazia e Slovenia, Duchessa regnante di Parma e Piacenza, Duchessa di Milano e di Mantova ed inoltre Granduchessa consorte di Toscana e Imperatrice consorte del Sacro Romano Impero in quanto moglie di Francesco I. Fu madre degli Imperatori Giuseppe II e Leopoldo II, nonché di Maria Antonietta, Regina di Francia e di Maria Carolina, Regina di Napoli e Sicilia. Lo stile dell'opera suggerisce l'attribuzione a Martin van Meytens (Stoccolma, 1695 - Vienna, 1770) ritrattista di fama europea che divenne pittore di corte della Famiglia Reale Austriaca a partire dal 1740 con l'ascesa al trono di Maria Teresa, la quale gli commissionò nel corso della sua vita ben otto ritratti ufficiali.
ESTIMATE € 3.000 - 4.000
10
LOUIS TOCQUÉ (Attr. a)
(Parigi, 1696 - 1772)
Ritratto di Dama
Olio su avorio, cm 15X10
Firmato in basso a destra: Tocq..
La luminosità del supporto, la qualità sorprendente della stesura pittorica e la traccia della firma suggeriscono l'attribuzione di questo elegante dipinto al maestro francese Louis Tocqué (Parigi 1696-1772), pittore e incisore dell'Accademia Reale di Parigi dal 1734. Lodato per il suo talento di ritrattista, acquisito da Jean-Marc Nattier, suo maestro e da Nicolas de Largillierre e Hyacinthe Rigaud, Tocqué realizzò diversi importanti commissioni reali, tra cui i ritratti del Delfino, Luigi di Borbone (1738) e di Maria Leczinska (1740), entrambi conservati al Louvre. I suoi ritratti privati, invece, spesso esposti ai Salon, gli hanno permesso di sperimentare il proprio talento con maggiore libertà, descrivendo i suoi modelli con una naturalezza che gli valse grandi elogi e innumerevoli commissioni in tutta Europa, rinnovando il gusto tradizionale della ritrattistica ed influenzando artisti come Carl Gustaf Pilo e Jens Juel. Appartiene a questa peculiare tipologia di opere e di committenza il ritratto qui presentato che, pur nelle contenute dimensioni, esprime una leggiadra monumentalità e una tecnica di esecuzione impeccabile.
ESTIMATE € 4.000 - 5.000
12
PITTORE DEL XVIII SECOLO
Veduta di porto con veliero alla fonda
Veduta di porto con barche e figure
Olio su tela, cm 95X130 (2)
I dipinti si datano al XVIII secolo ed esprimono una felice sintesi decorativa influenzata dal pittore lucchese Gaetano Vetturali che ottenne notevole successo nella città natale e in Toscana per l'originale interpretazione paesistica di memoria veneta e per i suggestivi effetti scenografici. Lo stile denota altresì la conoscenza di Luca Carlevarijs, Marco Ricci e del decorativismo d'origine emiliana. Lo si evince osservando la fantasiosa descrizione degli edifici e delle figurine. Caratteristico è anche l'uso della prospettiva angolare che conferisce rilievo monumentale agli edifici e rende maestoso il paesaggio, secondo procedure tipicamente in uso nelle scenografie teatrali dell'epoca.
ESTIMATE € 3.000 - 4.000