Primavera di meraviglie da Wannenes

Primavera di meraviglie da Wannenes

La stagione primaverile 2016 di Wannenes inizia con la tradizionale asta di “Argenti, Avori, Icone e Oggetti d’Arte Russa” del 16 maggio, che, con un ampio e variegato catalogo, dimostra la forte vocazione internazionale del dipartimento.

Di grande impatto decorativo l’imponente centrotavola a forma di veliero (o “Nef”) in argento tedesco, degli inizi del XX secolo (alto 115 e lungo 90 centimetri, pesa e 7.080 grammi), con il fusto in forma di delfini che regge il tre alberi dalle vele spiegate: la chiglia è decorata con scene di Nettuno (lotto 47, stima 18.000 – 22.000 euro). Le Nef, in uso sin dal tardo medioevo, venivano eseguite in argento e talvolta in oro per celebrare la ricchezza dell’anfitrione, in forma di vascello o “caracca; utilizzate in tempi più recenti come decoro per tavole suntuose, tradizionalmente servivano a contenere le vivande destinate al padrone di casa (nel caso di Principi e Sovrani il loro uso si accompagnava ad un complicato protocollo).

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Da segnalare poi lo scaldino in argento napoletano del 1744 realizzato dall’orafo Manzone, con corpo ovoidale sagomato con scanalature verticali e coperchio traforato con arma araldica incisa, il manico elegantemente mosso a doppia voluta (lotto 188, stima 5.000 – 6.000), ed una acquasantiera in avorio francese del XIX secolo firmata Legrain, decorata con la figura della Vergine con il Bambino che poggia i piedi sul globo (lotto 210, stima 1.500 – 1.800 euro). Un oggetto da Grand Tour è poi la placca in micromosaico romano dell’Ottocento raffigurante la Tomba di Cecilia Metella (lotto 147, stima 20.000 – 25.000 euro). Per le icone si segnala l’esemplare rappresentante “La Vergine di Vladimir” con riza in argento dorato realizzata a Mosca tra il 1899 e il 1908 dall’orafo Kurlikov, che si impone per la sua domestica dolcezza (lotto 336, stima 10.000 – 15.000 euro): infine, per gli oggetti d’arte russa, un elegante “carnet de bal” in argento e smalti del 1890 circa proveniente da San Pietroburgo, di forma rettangolare e con decorazioni naturalistiche e la figura di Cupido (lotto 258, stima 400 – 600 euro).

Nel catalogo delle ceramiche europee del 17 maggio troviamo una variegata scelta di opere tra XVI e XIX secolo.

Molte le maioliche: tra tutte, si citerà l’interessante piatto di servizio a soggetto allegorico, uscito dalle fornaci pavesi dell’inizio del Settecento e decorato dal noto pittore Sirio Antonio Africa, artista emblematico di questa produzione ceramica, con la rappresentazione di “Ercole e la Virtù” (lotto 403, stima 1.900 – 2.200 euro), e la bella raccolta di maioliche novesi, tra cui una rara serie di vassoi-centrotavola.

 

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Il nucleo della vendita è costituito da una raffinata collezione privata di vetri, per la quasi totalità boemi, realizzati nell’impero austro-ungarico a partire dal secondo quarto del diciannovesimo secolo: si tratta di un campionario affascinante delle grandi capacità artistiche e tecniche dei vetrai di questo periodo (a cominciare da quel Friedrich Egermann, sassone di origine  ma boemo di formazione, così importante per la storia del vetro ottocentesco in Europa).

Sono boccali, bicchieri, flaconi ed oggetti di decorazione in cristallo, spesso decorati con i colori vivaci che si mettevano a punto a partire dall’inizio del diciannovesimo secolo: le forme sono robuste, quasi scultoree, grazie alle possibilità di intaglio e modellazione offerte da questo materiale, e sono non di rado completate da incisioni di rara bellezza e qualità. È certo il loro grande impatto decorativo a fare di questi vetri l’oggetto di un collezionismo attento in Italia e all’estero.

Un bell’esempio è rappresentato dalla coppa in cristallo molato a fondo rosso, decorata con medaglioni incisi con simboli e iscrizioni (lotto 500, stima 550-750 euro).

Sfogliando il catalogo di arredi e di arti decorative antiche, che conclude le tornate di vendita del 17 maggio, si attraversano quattro secoli di storia dell’arte, dal Quattrocento al Settecento: per il XV secolo è da segnalare un’ancona lignea realizzata da un intagliatore lombardo, con ante mobili dipinte da un pittore lombardo d’aria alpina, affascinante per il tono accostante e familiare con cui presenta alla contemplazione del fedele un trittico di presenze sacre tutto al femminile: costituisce un’importante e inedito esempio di manufatto altaristico di secondo Quattrocento, e coniuga scultura e pittura e cadenze tardo gotiche a decisi accenti rinascimentali, con notevole grazia e piena padronanza formale (lotto 760, stima 10.000 – 15.000 euro).

Tra le cose cinquecentesche spicca un intenso bronzo attributo a Guglielmo della Porta che ritrae papa Paolo III Farnese in età avanzata, tra il 1546-47: la sua traduzione in marmo bianco di Carrara, mischio e alabastro giallo è al Museo Nazionale di Capodimonte a Napoli, dove sono conservati altri due ritratti simili (lotto 837, stima 20.000 – 30.000 euro).

Infine, un importante ed elegante piano in commesso di pietre dure e di aspri di Sicilia, denuncia la sua origine di sofisticato “memento” del Grand Tour per la presenza di una iscrizione che illustra le provenienze delle pietre: databile all’ultimo quarto del Settecento (lotto 1125), è stimato tra i 10.000 ed i 15.000 euro.

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