Di Redazione
Probabilmente è la mostra mercato più impegnativa al mondo, per chi ci può partecipare. Esporre alla Biennale Des Antiquaires significa superare la selezione del severo vetting e poi sborsare diverse decine di migliaia di euro per uno stand di pochi metri al Grand Palais, il tempio dell’arte mondiale (che andrà a breve in ristrutturazione e resterà chiuso almeno un paio d’anni). Una volta che si è guadagnata la posizione occorre darsi da fare per cercare di vendere le opere ai collezionisti in arrivo da tutto il mondo, i più abbienti, i più esigenti.
Quella del 2016 non è però la solita Biennale. Nel corso dell’anno due rappresentanti molto noti al pubblico francese hanno avuto gravi problemi che sono ricaduti sulla manifestazione stessa. Bill Pallot, il Direttore della galleria parigina Aaron (ex presidente della Biennale) e Kraemer, storica maison aperta nel centro di Parigi addirittura dal settecento, sono entrambi stati arrestati per aver venduto allo Stato francese, a Versailles nella fattispecie, due sedute settecentesche false. Il primo, Pallot, è attualmente agli arresti, mentre Kraemer ha pagato una sostanziosa cauzione per poi chiudere comunque la sua attività, sommerso dalle lettere degli avvocati dei suoi collezionisti.
Un danno non da poco per la Biennale Des Antiquaires che da sempre vanta una popolarità in tutto il mondo proprio per la qualità degli oggetti in mostra e le straordinarie provenienze.
L’edizione 2016 vuole dunque cercare di guadagnare nuovamente prestigio e autorevolezza. È servita una completa ristrutturazione del board che è andato incontro a numerose rinunce. Tra le defezioni illustri citiamo su tutte quella di Cartier, brand che da solo invitava a sue spese oltre 120 collezionisti da tutto il globo. Tra gli espositori che non hanno più voluto partecipare c’è anche il nome di un altro barone dell’antiquariato francese: Christian Deydier. Proprio lui ha organizzato una contro biennale in Rue De Seine (aperta in questi giorni) dal titolo Rendez Vous. Una sorta di fuori salone che coinvolge alcune prestigiose gallerie come Vallois o il belga Didier Claes, oggi uno dei massimi rappresentanti mondiali per l’arte africana.
La situazione generale, complice la paura per eventuali attacchi terroristici su suolo francese, ha contenuto la partecipazione di collezionisti stranieri, soprattutto gli americani, che tra l’altro hanno a disposizione proprio in questo periodo la succursale newyorchese del Tefaf.
La kermesse parigina dovrà gestire con cautela questo cambio di pelle, se vuole rimanere manifestazione di riferimento a livello mondiale per il mercato antiquariale. Dal prossimo anno ci sarà un cambio di nome e una cadenza annuale, non più biennale. In più servirà trovare una location nuova, e che possa reggere l’impareggiabile confronto con il Grand Palais.
Ecco ora una galleria dell’edizione 2016 della Biennale Des Antiquaires.
Cesare Lampronti
Galerie Daniel Templon
Galerie Gismondi
Galerie Chenel
Le Grand Palais