Agenore Fabbri

Agenore Fabbri

di Redazione

Agenore Fabbri è uno dei grandi maestri della plasticità. Cantore di una poesia drammatica ha esibito le sue maestranze più volte alle Biennali di Venezia degli anni ’50. I suoi lavori hanno un riconoscimento accademico forte e un mercato sobrio e calmierato.
Nato a Pistoia nel 1911 abiterà come assoluto protagonista l’arte del ‘900 fino alla morte, nel 1998.

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il rapporto con la scultura di Fabbri è intimamente legato al territorio ligure e a quella cittadina, Albissola Marina, che tanto ha ispirato gli artisti del dopo guerra; su tutti, l’amico Lucio Fontana.

Ad Albisola Fabbri si forma alla pratica della ceramica nel piccolo laboratorio La Fiamma, dove entra in contatto con Sassu, Martini e soprattutto Fontana. Qui manifesta con una scultura drammaticamente narrativa, dai forti caratteri espressionisti, in cui è avvertibile anche l’influenza della plastica popolare toscana (le donne, le madri, gli animali feriti e le risse, ceramiche e terracotte policrome, 1947-1955). Solo nel 1947 la sua forte individualità si definisce nel segno di un’esasperata drammaticità, che caratterizza prima le sue terrecotte e quindi i suoi bronzi. Nel 1948 venne invitato alla Biennale di Venezia dove continuerà ad esporre assiduamente fino ai primi anni Sessanta con due sale personali nel 1952 e nel 1959, così come partecipa a varie edizioni della Quadriennale di Roma a partire dal 1952 e fino al 1973.

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Legni recisi, metalli duramente segnati, diventano la metafora del disagio fisico e mentale e la ricerca creativa di Agenore Fabbri si lega così agli anni dell’Informale e alla dimensione inquieta e problematica di quella straordinaria stagione artistica che affianca la sua appassionata testimonianza contro la violenza. “Nella stratificazione dei legni e delle sue lacerazioni interne – scrive Claudio Cerritelli – l’artista fissa i punti di rottura della superficie come possibilità di inventare immagini della precarieta’ e dell’inquietudine.

Solo nelle ultime opere sembra schiudersi alla speranza nel riconoscimento della dignità dell’uomo:

“Io credo nell’uomo, è un animale razionale”.

E infatti dal 1982 scopre la pittura che diventerà preminente nel corso degli anni Ottanta fino a ripiegarsi, nel decennio seguente, su una rievocazione colorata e gioiosa della passata esperienza informale.

Mercato: il top lot di Agenore Fabbri alle aste è passato di mano in Inghilterra nel 2013 per poco più di 30.000 euro, mentre i prezzi medi dell’artista si attestano tra i 10.000 e i 25.000. Il mercato è principalmente italiano ma non mancano importanti collezioni inglesi e americane che vantano in magazzino le sculture di Fabbri. La curva ascendente segnalata da Artprice prosegue con ritmo e poca speculazione dai primi 2000 ad oggi. Le tele, per lo più tecniche miste, sono scambiate con valori compresi tra i 5000 e i 15.000 euro. Molti operatori si stanno affacciando al mercato di Fabbri proprio in questo momento e il 2016 segna un netto aumento delle compravendite per questo importante artista.

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Lotto 68: AGENORE FABBRI (Barba 1911 – Savona 1998) L’uomo con la bestia, 1952, Terracotta policroma, alt. cm 146, Firmata sulla base, Stima € 15.000 – 25.000

 

ASTA: 24 NOVEMBRE 2016
ore 19:00
Open Care, Sala Carroponte, Via G.B. Piranesi 10
Milano

ESPOSIZIONE: 21 – 24 NOVEMBRE 2016
Open Care, Via G.B. Piranesi 10
Milano
10.00 – 18.00

Villa Carrega Cataldi
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Tel. +39 010 2530097
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