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Dipinti antichi tra curiosità e conoscenza

Per i collezionisti e gli appassionati la prossima vendita di Dipinti Antichi che si terrà nelle nostre sale di Genova il prossimo 26 maggio,  rappresenterà certamente un appuntamento di grande interesse. Molte sono le opere di notevole rilevanza artistica e collezionistica, tra cui certamente un bozzetto di Joseph Adam Van Mölk destinato a celebrare l’elezione al soglio pontificio di Carlo della Torre Rezzonico, avvenuta nel 1758 con il nome di Clemente XIII (olio su tela, cm 89 x 49). Attribuito inizialmente a Pompeo Batoni, del quale reca la firma in basso a sinistra, questo incantevole dipinto andrà invece riportato alla mano dell’artista austriaco, abilissimo peraltro anche nell’affrontare ampie decorazioni a fresco. Molte sono le chiese e gli edifici da lui decorati, una produzione che documenta la sua predilezione per la maniera prospettica ed illusionistica di Andrea Pozzo e, in modo particolare, per l’arte di Giambattista Tiepolo. Considerato un prodigio durante gli anni dell’Accademia, il successo critico di Van Mölk è già consolidato nel 1743, quando diventa pittore ufficiale della corte di Württemberg, ed estende la sua attività in Baviera, Tirolo e Austria, contribuendo non poco allo sviluppo del Rococò augustano. Il riferimento al papa è ben visibile in alto, dove spicca l’arma araldica di famiglia sorretta da un angelo e dal Tempo, sulla cui falce si legge l’iscrizione “VI juli 1758”, giorno in cui si chiuse il conclave. La composizione presenta un complesso impianto di allegorie, a partire dalla rappresentazione della cupola di San Pietro collocata su un’irta montagna, dove siedono le virtù teologali mentre al centro si staglia la figura di San Marco che allontana il Maligno e la personificazione dell’Invidia.  A sinistra invece, si ha una veduta della Piazzetta, con il Palazzo Ducale e della Biblioteca Marciana.

Un’altra opera presentata in catalogo di notevole richiamo è l’incantevole e briosa natura morta di Andrea Belvedere databile all’inizio del XVIII secolo, quando, dopo il ritorno dal soggiorno a Madrid alla corte di Carlo II, la composizione dei suoi lavori si fa più monumentale e la tavolozza si schiarisce rispondendo più da vicino alle esigenze della rocaille. E’ questa, un’opera affascinante e piena di simbologie misteriose: la scimmia appoggiata su basamento alla sinistra e, dalla parte opposta, un’anfora con la scena dell’uccisione di Abele ai piedi di un altare sacrificale, un vaso raffigurante una figura di donna mollemente distesa tra due fanciulli.  Abbacinante nella sua evidenza materica, il dipinto si caratterizza per una sensibilità nuova e vibrante e piena di sfumature, evidente nella resa cromatica delle rose centifoglie, dei tulipani, dei garofani, delle campanelle, dei sambuchi e delle ipomee (olio su tela, cm 112 x 183,5).